Clan Partenio, emessa la sentenza: inflitti 3 secoli di carcere agli imputati

Tribunali

Nuovo clan Partenio, emesso dal Tribunale di Avellino il verdetto per  i 21 imputati finiti alla sbarra con l’ accusa di associazione a delinquere di stampo camorristico, tentata estorsione, usura e turbativa d’asta. Dopo una  camera di consiglio durata  cinque ore  il tribunale di Avellino ha emesso la  seguente  sentenza:

1) Pasquale Galdieri   25 anni di reclusione

2)Nicola Galdieri   21 anni di reclusione

3)Carlo Dello Russo  24 anni e 9 mesi  di reclusione

4)Ernesto Nigro 17 anni di reclusione

5)Diego Bocciero 20 anni di reclusione

6)Luigi De Simone 13  anni e 8 mesi  di reclusione

7)Angelo Genito  19 anni  di reclusione

8)Antonio Matarazzo  14 anni di reclusione

9)Giuseppe Moscariello 13  anni  e 9 mesi di reclusione

10)Ludovico Nittolo  14 anni  di reclusione

11)Mario Rosania  13  anni  e 6 mesi di reclusione

12)Antonio Taccone 15 anni di reclusione

13)Carmine Valente   21 anni di reclusione

14)Giuseppe Giovanni Volpe   9 anni  e mesi 9 di reclusione

15)Renato Freda 14  anni di reclusione

16)Giuliana Brogna 4 anni e 6  mesi di reclusione

17)Giuseppina Nigro    14 anni 6  mesi di reclusione

18)Martino De Fazio  2 anni  e 6 mesi di reclusione

19)Franco Ambrosone   6 anni di reclusione

20)Giuseppe Durante  16  anni di reclusione

21)Sabino Mariano  4 anni di reclusione

Il pubblico ministero Simona Rossi della Dda, il 18 maggio scorso, al termine della sua requisitoria aveva invocato circa 400 anni di reclusione per i presunti affiliati al clan, dopo cinque ore di requisitoria. Discussione nella quale aveva ricostruito tutta la genesi dell’inchiesta e le accuse formulate nei confronti dei 21 imputati finiti a processo. Una requisitoria nella quale ave ricostruito anche il clima che si respirava negli anni in cui i presunti boss del sodalizio criminale imponevano la loro supremazia. In un passaggio il pm dell’antimafia ha precisato: “O si piegavano al volere dei Galdieri o potevano andare a pascolare le pecore”.

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