Centrosinistra, ad Avellino il tavolo si incarta. E Festa ringrazia

Avellino

Carte sempre più confuse sul tavolo del centrosinistra/campo largo avellinese. Dopo mesi di discussioni e trattative sul programma, alle quali è seguita la candidatura subito naufragata dell’avvocato De Maio, i componenti dell’organismo deputato a individuare il candidato a sindaco di Avellino rischiano di partorire un altro flop.

La battuta che meglio sintetizza lo stato dell’arte arriva da un ex amministratore comunale: “Maurizio Petracca e Generoso Picone sembrano impegnati a ricercare un nome che nessuno conosce perché questo permette di evitare troppe divisioni nel Partito democratico. Ma così facendo si rischia di candidare un uomo (o una donna) così al di sopra delle parti che neanche le parti stesse, oltreché gli elettori sanno chi sia. Una specie di candidato di bandiera, tanto per capirci”.

Mentre il presidente della Regione De Luca e lo stesso sindaco di Napoli (vicinissimo al grillino Roberto Fico) hanno confermato  nel rispetto dell’autonomia irpina la loro preferenza per il direttore dell’istituto zooprofilattico del Mezzogiorno Antonio Limone, anche l’ultima riunione del tavolo irpino ha invece ribadito di volere sviluppare  il confronto su altri nomi, primi fra tutti quello del prefetto in pensione Raffaele Cannizzaro (proposto da Giancarlo Giordano, la cui posizione tuttavia non è  condivisa da tempo  né da Sinistra italiana, né da quello che rimane dell’esperienza di “Si può”), e della dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Fiorella Pagliuca.

Nomi che almeno all’apparenza rischiano di non avere un grosso impatto sull’opinione pubblica e che renderebbero la sfida elettorale  ancora più in salita rispetto a quanto già si prospetta. Del resto, il sospetto che si voglia oramai giocare al ribasso è alimentato anche dall’ammissione di un componente del tavolo, il quale ha ammesso nelle ultime ore che si intende scegliere un candidato in grado anche di fare opposizione a Festa, casomai le cose andassero male. Insomma, mal che vada, ci si può sempre riprovare fra altri cinque anni…

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