Avellino fuori dalla B per una questione di rating. Chiacchio: “Vi spiego tutto”

C’è qualcuno che sta aspettando di vedere passare il cadavere dell’Avellino e preferisce starsene zitto, qualche altro che fa sapere di non volere partecipare al funerale della società che ha strenuamente mantenuto in vita difendendola nei processi sportivi di gran lunga più complicati rispetto a questa storia di rating.

L’avvocato Chiacchio ha rappresentato l’Avellino in 42 processi, negli ultimi tre anni. C’è pure un contenzioso in corso, con tanto di decreto ingiuntivo per 100mila euro, per un accordo non onorato. Ma questa è un’altra storia.

Il legale che ha appena riabilitato De Zerbi dalla squalifica, aggiungendo un’altra perla ai suoi innumerevoli successi in materia di diritto sportivo, è stato tenuto fuori da questa storia quando sarebbe stato indispensabile il suo apporto. Giovedì 12 luglio, quando s’è saputo che la Covisoc aveva bocciato la fidejussione della Onix Asicuradi di Bucarest, anziché contattare Chiacchio s’è preferito continuare a fare festa con la prosperosa Anna Falchi.

Poi è stato redatto un reclamo da professionisti di indubbio valore ma privi di quella esperienza che solo chi frequenta le stanze della Figc può avere, ovvero l’avv. Chiacchio. Non fu contattato per una questione di imbarazzo, sicuramente, avendo contestato al legale pure alcune note spese. Con quale faccia lo si poteva chiamare?

Ora c’è la corsa disperata alla stesura dell’Appello di presentarsi entro le ore 24 di lunedì 23 luglio (termine perentorio pure questo) per annullare la decisione della Figc espressa ieri sera mentre l’Avellino giocava a pallone in quel di Frosinone. Chi lo stilerà? Chiacchio è stato di poche parole: “Dipende tutto dal rating della prima fidejussione, le altre non esistono perché presentare fuori termine non rispettando le regole. Occorrerebbe conoscere pure cosa è stato scritto nel ricorso, non so da quale professionista o collega. Non solo questo: ci possono essere altre argomentazioni. Caso Rende? E’ diverso, lì fu determinante la querela fatta contro chi aveva fornito la falsa fidejussione. Taccone? Non mi ha chiamato, ho sentito telefonicamente l’amministratore Di Gennaro. Non c’è un minuto da perdere ma prima di iniziare la corsa contro il tempo occorre fare tanta ma tanta chiarezza”.

 

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