Ariano Irpino, arrestato bibliotecario: ricettazione e riciclaggio opere d’arte

Su richiesta della Procura della Repubblica di Benevento, i militari del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, hanno eseguito
una misura cautelare degli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Benevento, Ufficio G.I.P., nei confronti del responsabile della segreteria e
della biblioteca del Centro Europeo di Studi Normanni (C.E.S.N.) di Ariano Irpino
nonché dipendente della locale cooperativa AR.TOUR, che gestisce la fruizione del Museo Diocesano di Ariano Irpino.

Le ipotesi di reato contestate a Gianluca Tucci di 42 anni, riguardano la ricettazione e il riciclaggio di numerosi volumi antichi risultati provento di furto presso la Biblioteca comunale “Pasquale Stanislao Mancini” di Ariano Irpino, che ha sede nello stesso stabile del C.E.S.N.

Della vicenda relativa ai volumi trafugatisi era diffusamente parlato nell’aprile 2019 quando fu eseguita una perquisizione presso l’abitazione dell’on. Ortensio Zecchino, presidente Centro europeo di studi normanni di Ariano Irpino.

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Volumi pregiati

Le indagini, dirette e coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento, sono state avviate nel febbraio 2018, quando personale della Sezione Antiquariato del Reparto Operativo del Comando T.P.C., ha rinvenuto, nella diponibilità di un collezionista di Ariano Irpino, un cospicuo numero di volumi antichi che, da accertamenti presso una Banca Dati dedicata in uso al medesimo Comando T.P.C., sono risultati provento del furto di più di 600 esemplari, scoperto nel marzo del 2015, dall’allora direttore della Biblioteca Mancini.

Da qui le investigazioni, anche di natura tecnica, che hanno consentito di ricostruire un’intera filiera di smercio di tali beni librari, consentendo di identificare e denunciare più persone, attuali detentori di tali esemplari, e di acquisire gravi indizi di colpevolezza a carico del responsabile della Biblioteca del C.E.S.N.

Perquisizione

Questi, infatti, a seguito di perquisizione domiciliare nel 2019, è stato trovato in possesso di numerosi volumi provenienti da quella Biblioteca, alcuni dei quali ancora con il timbro ad inchiostro dell’ente proprietario.

Per altri volumi rinvenuti, invece, sono state rilevate abrasioni dei segni distintivi, finalizzate ad ostacolarne l’identificazione della provenienza furtiva.

Si tratta di tecniche che hanno previsto la rimozione del timbro della biblioteca e la cancellatura, mediante copertura con inchiostro
moderno, delle antiche note manoscritte che riconducono alla pertinenza della biblioteca Mancini.

Da qui anche la contestazione della più grave ipotesi di reato del riciclaggio, prevista dall’art.648 bis del codice penale.

Reperti archeologici

Nel corso di quella perquisizione sono stati rinvenuti e sequestrati anche svariati reperti archeologici, alcuni dei quali provenienti da campagne di scavo, condotte negli anni ’80 e ’90, nel territorio di Ariano Irpino, dall’Università di Napoli, e lasciati in deposito presso il locale Museo Civico
nonché diversi beni di natura ecclesiastica trafugati dal Museo Diocesano di Ariano Irpino, in epoca antecedente al 2018.

Tra questi alcuni elementi marmorei costituenti parti di altari smembrati.

Tra i beni rinvenuti, vi erano anche 2 documenti archivistici provenienti dell’Archivio Diocesano, tra questi “l’inventario delle sacre reliquie e dei sacri arredi della chiesa Cattedrale di Ariano Irpino”, circostanza
che – si legge nell’ordinanza del G.I.P. – appare particolarmente significativa poiché l’interessato attraverso la consultazione di tale documento era in grado di individuare gli oggetti e gli arredi sacri di maggior pregio e valore economico, per poi acquisirli illecitamente ed immetterli nel mercato.

L’indagato è stato trovato in possesso anche di un’arma da fuoco antica illecitamente detenuta ed alcune armi bianche, di epoca Medioevale, provenienti dal Museo della Civiltà Normanna di Ariano Irpino.

Beato Pallotti

Nel corso delle operazioni odierne sono stati sequestrati all’indagato ulteriori beni ritenuti di provenienza illecita sia oggetti d’arte provenienti da patrimonio ecclesiastico, e da esso si ritiene provenga anche la reliquia del Beato Vincenzo Pallotti, ma anche documenti archivistici e numerose pagine di volumi antichi smembrati appartenenti ad epoca compresa tra il XVII ed il XIX secolo, di cui alcune stampate e con iscrizioni riconducibili alla Biblioteca Mancini.

Complessivamente, oltre quelli sequestrati oggi, le indagini hanno consentito di recuperare, tra la Campania e la Lombardia, ben 130 volumi antichi, tra cui un lotto proveniente anche dalla Biblioteca del
Convento di Sant’Antonio di Afragola.

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