Ritorno al governo, Rotondi ci spera

Gianfranco Rotondi

Tattica vincente non si cambia. Gianfranco Rotondi rimane fedele alla sua cultura democristiana anche nella comunicazione, dispensando distacco, persino malavoglia, rispetto alla ipotesi di un suo ingresso nella squadra di governo. Della serie: non mi candido a fare il ministro, sono persino -quasi- convinto che sia meglio di no, ma se proprio mi obbligate, sarò pronto all’impegno.

L’ipotesi di Rotondi ministro esiste, così come confermano tutte le cronache politiche nazionali. Ma l’incertezza del quadro politico non autorizza nessuna certezza. Certo, se davvero dovesse concretizzarsi la possibilità di una nomina del deputato di Avellino, questa rappresenterebbe una svolta per comprendere le prossime scelte di Giorgia Meloni. In lizza per un posto al governo c’è anche il commissario campano di Fratelli d’Italia, Edmondo Cirielli, che rappresenta l’ala dura e tradizionalista del partito. La nomina di Cirielli è caldeggiata anche dai suoi avversari di partito da Napoli ad Avellino, al fine di ottenere un’altra guida in Campania.

Lo stesso Cirielli è infatti inviso a buona parte del gruppo dirigente, che lo considera una sorta di De Luca di destra, troppo interessato a tutelare il territorio salernitano ed incapace di attrarre il voto liberale e moderato, così come ha dimostrato l’insuccesso del centrodestra nella provincia di Napoli.

Ecco allora che la scelta di Rotondi come possibile secondo ministro campano in quota Fratelli d’Italia avrebbe un significato ulteriore,  quello di fare crescere in Campania l’area moderata, in grado di attrarre voti  in uscita dal centrosinistra, in vista delle elezioni regionali del 2025 e prima ancora delle amministrative (Avellino voterà nel 2024). Del resto l’esperimento che ha visto protagonisti Rotondi e i grandi elettori e grandi elettori dal campo opposto (a cominciare da Livio Petitto) è già stato sperimentato con successo nello scorso mese.

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