Provinciali, tra inciuci e polemiche

Provinciali

La pessima riforma che ha abolito il voto dei cittadini per eleggere il presidente della Provincia ha trasformato l’ultima sfida elettorale andata in scena sabato scorso in un mediocre congresso di partito. Per vincere ci si allea con tutti quelli che sono disponibili, anche se provenienti da forze politiche di segno opposto. Tutto legittimo e persino alla luce del sole, ma non certo un esempio di bella politica.

Rizieri Buonopane ha rivinto le elezioni provinciali battendo Angelo D’Agostino. Entrambi  sono espressione del centrosinistra e del Partito democratico: Buonopane ne è iscritto e ne è dirigente; D’Agostino è stato il candidato del Pd nel collegio elettorale di Avellino nelle ultime elezioni politiche e sostiene la maggioranza politica del comune capoluogo che si dichiara afferente al centrosinistra. Buonopane  è stato sostenuto e votato ufficialmente dagli amministratori di Forza Italia, a cominciare dal sindaco di Chiusano San Domenico, che è anche coordinatore provinciale del partito. D’Agostino nel pieno della campagna elettorale ha approcciato egli stesso Forza Italia, in cerca di una candidatura per le prossime elezioni politiche.

In sintesi, le elezioni provinciali sono state vinte dal candidato (ufficiale) del Pd sostenuto da Forza Italia, contro un (ex) candidato del Pd, aspirante deputato di Forza Italia. Un tempo la provincia di Avellino, intesa come territorio geografico, era un laboratorio politico. Evidente che qualcuno abbia confuso gli esperimenti con il trasformismo.

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