Province, Rubinaccio: “Pasticcio che peserà sull’Irpinia”

“Ci tolgono le province. O meglio, con una vera e propria operazione da pasticceria, in un solo colpo annullano la rappresentanza eletta democraticamente dalla popolazione e svuotano di competenze fondamentali per i territori di cerniera una provincia come la nostra, dove sul fronte dei servizi, quella di Palazzo Caracciolo era diventata la linea Maginot contro una Regione che non ha saputo fare altro che tagli. Dalla sanità ai trasporti, passando per fondamentali e significativi servizi c…

“Ci tolgono le province. O meglio, con una vera e propria operazione da pasticceria, in un solo colpo annullano la rappresentanza eletta democraticamente dalla popolazione e svuotano di competenze fondamentali per i territori di cerniera una provincia come la nostra, dove sul fronte dei servizi, quella di Palazzo Caracciolo era diventata la linea Maginot contro una Regione che non ha saputo fare altro che tagli. Dalla sanità ai trasporti, passando per fondamentali e significativi servizi che grazie all’allegra compagnia di Caldoro & company hanno deciso di far mancare alla nostra terra”. E’ quanto sostiene Giuseppe Rubinaccio, dirigente provinciale del Mir.
Il titolo di questo mio intervento – prosegue Rubinaccio – è sintomatico di quanto il pasticciaccio brutto compiuto da Del Rio e Renzi peserà sui nostri territori. A partire dai servizi fondamentali. E faccio solo qualche esempio. La viabilità. I comuni, a partire dal mio territorio, avevano ricevuto una serie di servizi che ammortizzava le spese, garantiva una manutenzione adeguata. Quella che i sindaci, lamentando carenze di fondi avevano sempre declinato dalle loro competenze. Creando un doppio danno. Alla sicurezza dei cittadini e alle casse degli Enti. Sempre più chiamati a dover sostenere spese legali per i sinistri che avvengono lungo tratte di propria competenza. Che succederà quando ci saranno emergenze come quella della neve? A chi andrà la competenza? Chi si occuperà di una rete di centinaia di chilometri? I sindaci? Che preferiscono investire in prebende e contentini i fondi che potrebbero servire a migliorare ampi settori della collettività? Non penso. E credo che questa sia una rappresentazione ed una verità che nessuno può smentire. E che dire poi del settore rifiuti. Sappiamo bene che quello gestito dalla provincia di Avellino è stato un modello. IrpiniAmbiente è stata ed è ancora, spero per molto anche, un presidio a difesa di eventuali assalti ad un settore strategico.
Contro la Babele di ditte e privati che molto spesso hanno solamente lucrato, facendo gli interessi di pochi e agendo in nome e per conto di interessi criminali. Così, mentre i sindaci per gli appalti decidono di centralizzare ad una stazione provinciale tutte le gare, i rifiuti tornano di competenza dei comuni. E’inevitabile. Rivivremo il disastro degli anni 90. E permettetemi, ci saranno anche tanti nuovi disoccupati. Insomma, la torta, o meglio il pasticcio del ministro Del Rio sembra tanto una vera e propria ciambella venuta senza buco. Con tutti i disastri che potrà creare.
Abbiamo visto infatti cosa succede negli enti in cui le assemblee non sono elette dal popolo. Penso a tutti quelli in cui la partitocrazia, che nella nostra provincia è incarnata dal Pd, ha guidato. Macellerie sociali. Rosso fisso, come una vettura che si conduce sempre senza mettere benzina. Per questo l’auspicio è che si sollevi una questione di costituzionalità e che la Corte, ancora una volta, ci metta una toppa”, conclude Rubinaccio.

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