Pd, i due tavoli della trattativa

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La scossa delle elezioni in Sardegna fa tremare anche il tavolo del campo largo avellinese e scoperchia le carte che qualcuno aveva tenuto nascoste dallo scorso mese. O meglio sta per essere volontariamente – a dispetto delle apparenze –  calata sul tavolo delle proposte dal rappresentante del Pd la carta di Antonio Gengaro, esponente dell’area Schlein che da tempo rappresenta uno dei due canali utilizzati da Maurizio Petracca per dialogare con la segreteria nazionale del partito.

Deluchiano a Napoli, ma da tempo in contatto frequente con i nuovi capi del Pd a Roma, Petracca è consapevole che la parabola politica di De Luca ha subito nell’ultima settimana una brusca virata verso il basso, se è vero come è vero che la vittoria in Sardegna viene considerata come un progetto vincente da replicare nel 2025 in Campania, scegliendo come successore di De Luca Gaetano Manfredi. Dunque il futuro politico del consigliere regionale irpino passa inevitabilmente per un cambio di linea nel suo partito in grado di portarlo nell’alveo dell’area Schlein. Da quasi un anno Petracca ha interloquito con la segreteria nazionale e con Francesco Boccia grazie ai due esponenti irpini Antonio Gengaro e Lello De Stefano attraverso i quali si è seduto al tavolo romano.

Del tutto logico dunque l’accordo per candidare il primo alla carica di sindaco di Avellino. Resta (restava) la difficoltà del consigliere regionale di fare passare il nome di Gengaro nel suo gruppo di consiglieri comunali e dirigenti di partito. Ma almeno ufficialmente la proposta di candidatura di Gengaro è giunta dagli altri rappresentanti del tavolo e Petracca ha potuto spiegare ai suoi sostenitori di non avere potuto fare altro che prendere atto della bocciatura delle altre ipotesi: che volete, ho portato al tavolo tutti i vostri nomi (Ambrosone, Giordano, Iacovacci) ma il tavolo ha proposto Gengaro.
Così è, se vi pare.

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