Montanile: “A destra serve una svolta oltre Berlusconi”

Montanile: “A destra serve una svolta oltre Berlusconi”

Pdl, Berlusconi e centrodestra, ecco la nota di Carmine Montanile, dirigente di Merito è Libertà:
“Il governo Berlusconi oramai si fonda più sulle virtù cristiane che sul consenso popolare. Il Premier scambia, facendole proprie, le Virtù Teologali, quelle che riguardano Dio, e cioè la Fede, la Speranza e la Carità , con le Virtù Cardinali, che riguardano l’uomo, e che sono la Prudenza, la Giustizia, la Fortezza e la Temperanza. Tra queste ultime ve ne sono due in particolare che egli di sicuro non ama e che certamente non possiede e cioè la Giustizia (!) e la Temperanza, che è la moderazione dei piaceri sensibili (dei sensi). Il Presidente del Consiglio, anche nel caso dell’ultimo scandalo legato ai soliti festini e belle donne, non ha perso l’occasione per sottolineare che tutte le sue azioni, persino le sue telefonate notturne, sono sostenute da un grande spirito religioso, ispirato esclusivamente da uno smisurato sentimento di Carità Cristiana che rappresenta, appunto, una delle tre Virtù Teologali. Vuoi vedere che Silvio , una volta nominato Presidente della Repubblica, sogna di diventare anche Papa ? E forse pensa di fare pure carriera, immagina cioè di essere nominato Santo, coltivando, nel contempo, la segreta speranza di essere “eletto” al posto dell’Onnipotente , magari con l’aiuto di un “lodo” divino che lo emendi da tutti i peccati (eventualmente) commessi durante la vita terrena. Intanto, in uno dei suoi consueti show televisivi, egli ha affermato di amare la vita e le belle donne al di sopra di ogni altra cosa. La (bella) vita e le (belle) donne sono il suo Dio. Affermazione assolutamente sacrilega che ben si collega alle recenti barzellette blasfeme che suggeriscono l’ idea di trovarsi al cospetto di un uomo non del tutto rispettoso del prossimo. Il “ghe pensi mi” di Berlusconi, alla luce dei fatti, non è stata quindi una dichiarazione di intenti, né un discutibile spot pubblicitario del governo del fare, ma, peggio, l’espressione di un delirio di onnipotenza, una sorta di ipervalutazione o di saturazione dell’Io che trae origine dalla pretesa di essere in grado, da solo, di risolvere ogni cosa. E pensiamo di essere benevoli, perché a qualcuno è sembrata addirittura una minaccia rivolta a tutti quelli che , ideologicamente o culturalmente, si oppongono al suo concetto , personalissimo e non sempre condivisibile, di democrazia e libertà. E allora meglio tornare alla politica e ai problemi dei cittadini. Perché mentre i “grandi” litigano sugli appartamenti di Montecarlo o le ville nei paesi esotici, sugli scudi protettivi e le protezioni date alle marocchine-finte-egiziane, sui porci romani e sulla grande “Padania”, i colossali problemi economico-finanziari, sia nazionali che mondiali, con tutto quello che ne consegue , (disoccupazione, precariato, tasse, inquinamento, sanità, pacificazione sociale, ecc. ecc. ) rischiano di sommergerci, come la montagna di rifiuti che ricopre e soffoca le sciagure e le vergogne di Napoli e di tutta la Campania. Noi non vogliamo ripetere la celebre frase di Indro Montanelli, che non a caso è stato il più tenace oppositore di Berlusconi, “ turatevi il naso e votate DC”, per evitare il sorpasso del PCI alla Dc nel 1976. Noi non vogliamo turarci il naso e tenerci Berlusconi. Noi non vogliamo farlo perché un’altra destra è possibile. Noi non vogliamo farlo perché un’altra destra esiste. Ed è una destra innanzitutto liberale, riformista e costituzionalista, formata da persone di qualità, in grado di esaltare il merito e le capacità individuali. Una destra formata da uomini e donne intelligenti e preparati, adatti, quindi, a realizzare il più grande e nobile dei progetti politici: la creazione di una nuova classe dirigente, capace di coniugare finalmente la competenza con l’onestà, la trasparenza di ogni atto con la saggezza amministrativa, la comprensibilità delle discussioni con la chiarezza delle scelte. Solo in questo modo possiamo liberarci da tanta zavorra, convinti come siamo, molto semplicemente, che in questi ultimi anni all’azione politica è mancato il merito e la capacità. Il peso che ha rallentato il nostro cammino e che ha frenato l’evoluzione dei processi economici e ostacolato la crescita politica, economica e sociale dei nostri territori, scaturisce da una inaccettabile legge elettorale, madre di tutte le nostre disgrazie, perché ha voluto sacrificare la rappresentatività sull’altare di una dubbia governabilità, realizzata da nominati e non da eletti e, per questo, privi di ogni merito. Ed in ogni ambito, ma soprattutto in politica, quando manca il merito, muore prima la libertà e poi la democrazia”.

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