Giuseppe Sarno: “No alla privatizzazione dell’acqua”

Giuseppe Sarno: “No alla privatizzazione dell’acqua”
Il presidente dell’ACS, l’ingegnere Francesco Maselli lancia un grido d’allarme sulla prossima privatizzazione dell’acqua che dovrebbe avvenire in seguito all’approvazione del decreto Ronchi. Per quanto concerne la privatizzazione dei Servizi”- ha detto Maselli- “basta vedere le esperienze europee d…

Giuseppe Sarno: “No alla privatizzazione dell’acqua”

Il presidente dell’ACS, l’ingegnere Francesco Maselli lancia un grido d’allarme sulla prossima privatizzazione dell’acqua che dovrebbe avvenire in seguito all’approvazione del decreto Ronchi. Per quanto concerne la privatizzazione dei Servizi”- ha detto Maselli- “basta vedere le esperienze europee di Francia e Germania e l’italiana Acqualatina, per rendersi conto che la privatizzazione dell’acqua, per i cittadini, porterà solo all’aumento dei costi. Continua Maselli” Se si vuol cancellare la presenza dell’ACS dopo oltre 70 anni evidentemente esistono disegni già preconfezionati che noi al momento non conosciamo.” E’ la cosa che inascoltato sto dicendo da tempo: l’acqua dell’Irpinia è stata già svenduta in base ad un accordo scellerato di cui si conoscono sia i registi, non tanto occulti, sia gli esecutori materiali. Non dimentichiamo che pochi giorni fa in occasione dell’assemblea dell’alto Calore Patrimonio, il Presidente dimissionario, ha fatto in modo da far mancare il numero legale per poter rimanere saldo al suo posto. Un’autentica mascalzonata. Sull’acqua in Irpinia si sta giocando una partita sporca e dispiace che i sindaci dell’Irpinia, proprietari dell’’Alto Calore, si stiano comportando con irresponsabile indifferenza. La privatizzazione della gestione dell’acqua non porterà soltanto l’aumento dei costi, ma una serie di conseguenze allo stato imprevedibili e che determinerà una situazione di non ritorno. Il previsto aumento dei costi, sarà scaricato sulla collettività. Inoltre il modo con cui il decreto Ronchi trasferisce al privato la gestione dei servizi idrici, senza un´efficiente regolamentazione dei prezzi, e meccanismi di controllo per qualità e investimenti, creerà solo un sistema per distribuire prebende. Un rischio tanto più reale in una regione, come quella Campana, dove corruzione e infiltrazioni della criminalità nella politica sono diffusissime. Questa privatizzazione di un bene che per sua natura è pubblico, comporterà l’ inefficienza del servizio, perché nessun privato vorrà mettere mano alla manutenzione straordinaria degli impianti, porterà inoltre una sicura riduzione del personale, come già da tempo la destra dichiara, definendo l’ACS un carrozzone pieno di scansafatiche, mettendo per strada incolpevoli lavoratori. Quello che succederà ad Avellino ed in Irpinia già sta succedendo a Napoli dove la Veolia, si candida a gestire l’acqua ed i rifiuti. Per fare un esempio la Veolia che gestisce tramite una sua controllata l’acqua a Latina e Aprilia, ha aumentato le tariffe del 300%. La privatizzazione dell’acqua avrà un epilogo amaro perché la sua gestione passerà nelle mani di multinazionali senza scrupoli, che non avrà problemi a legarsi in questo grande business con la camorra e con le mafie. Siamo ancora in tempo per fermare queste mani allungate su un grande patrimonio naturale che l’Irpinia possiede. E’ un momento grave facciamo in modo che l’acqua non venga svenduta. Ognuno si assuma le proprie responsabilità per quello che gli compete. da Antonio Festa presidente dell’ATO, al senatore Enzo De Luca, che in questa occasione sta rimanendo in colpevole silenzio, ai Sindaci proprietari dell’Alto Calore Servizi, che stanno rinunciando alla loro funzione di custodi di un bene pubblico.Noi non ci arrenderemo.

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