Energia nucleare, una scelta irresponsabile |
Energia nucleare, una scelta irresponsabile
Il Piano Triennale per lo Sviluppo, approvato dal governo, lancia il“ritorno all’energia nucleare”ed al suo pericoloso e vecchio sistema di produzione. Entro sei mesi il governo dovrà decidere dove piazzare cinque centrali atomiche in cinque diverse regioni italiane. La Campania potrebbe essere una di queste. E magari in Irpinia dove, con grande disinvoltura e cinismo, già si è deciso per un eolico selvaggio ed una mega discarica di rifiuti tossici e speciali, quali ad esempio scorie industriali(nucleari?) di ogni tipo, al di sopra e al di fuori di ogni senno. Siamo e saremo sempre contro i furbastri di turno che mirano ad appropriarsi di risorse pubbliche per arricchire se stessi e qualche sodale, paventando spirito di intrapresa e nobiltà di intenti e scaricando di fatto sui cittadini oneri e disastri. Siamo e saremo contro per partito preso ed a ragione, non solo per preservare un pezzo d’Italia che merita rispetto ma anche per motivi validissimi e tecnicamente incontestabili come è il fatto che l’Irpinia è dichiarata non solo zona ad altissimo rischio sismico ma anche di dissesto idrogeologico grave ed esteso. Come tale è intoccabile. In generale siamo contro il nucleare perché: l’Italia, con tre referendum, ha già deciso, a larghissima maggioranza, di uscire definitivamente dal nucleare, come hanno deciso Austria e Polonia, Danimarca, Grecia, Norvegia, Irlanda, Germania, Belgio, Olanda, Spagna, Svezia; il nucleare non ci libera dalla dipendenza dall’estero per l’uranio, materia prima in esaurimento e costosissima, non esiste ancora il nucleare sicuro e pulito e quello attuale non ha risolto né il problema della sicurezza (non c’è stato solo CERNOBYL) né di come smaltire le scorie che restano radioattive e pericolosissime per migliaia di anni e che sopravvive grazie a sovvenzioni militari e statali; i reattori di quarta generazione, i cosiddetti puliti e sicuri” sono previsti dopo il 2030,attorno al 2040; E’ tempo di pensare a un altro stile di vita, basato su uno sviluppo che guardi al consumo comune di beni primari assicurati a tutti, compatibile con le risorse tradizionali disponibili, sapendo che sono sporche, costose e vanno in esaurimento e privilegiando quelle pulite, meno care e rinnovabili.