De Luca: “Federalismo solo se solidale”

De Luca: “Federalismo solo se solidale”
“Il federalismo è una riforma che deve realizzare l’uguaglianza vera degli italiani, dal Nord al Sud del Paese. Traguardo ambizioso, che si raggiunge, nel pieno rispetto della riforma del Titolo V della Costituzione varata dal centrosinistra nel 2001 e confermata dal referendum popolare, inquadrando…

De Luca: “Federalismo solo se solidale”

“Il federalismo è una riforma che deve realizzare l’uguaglianza vera degli italiani, dal Nord al Sud del Paese. Traguardo ambizioso, che si raggiunge, nel pieno rispetto della riforma del Titolo V della Costituzione varata dal centrosinistra nel 2001 e confermata dal referendum popolare, inquadrando il federalismo in una cornice fiscale equanime, senza disparità tra le varie aree del Paese”. Così il senatore del Pd Enzo De Luca nel suo intervento, stamane al Senato, nella discussione sul federalismo fiscale. De Luca ha sottolineato la necessità di “attuare un equilibrio tale da scongiurare il rischio che le Regioni a più bassa capacità fiscale abbiano perdite più consistenti. In questo modo l’applicazione del Titolo V della Costituzione si configurerebbe come una punizione nei confronti delle comunità residenti nei territori regionali più deboli. E invece bisogna tornare alla Costituzione e recuperare il principio di eguaglianza dei cittadini, sancito dall’articolo 3, e l’art. 119, in base al quale “la legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante”. Per il senatore del Pd “il federalismo va inquadrato nell’ottica di una riforma costituzionale complessiva, nella quale venga dato grande rilievo alle Autonomie Locali, in una logica di perequazione fiscale, che sia necessariamente in capo allo Stato per evitare che sul piano dei tributi risultino avvantaggiate le regioni del Nord. Decentrare e trasferire i poteri verso il basso, secondo criteri di equità, può risultare decisivo per il futuro del Sud, con una conseguente maggiore assunzione di responsabilità da parte delle classi dirigenti meridionali e contribuire a risollevare le sorti del Mezzogiorno, evitando che affondi nelle sabbie mobili della criminalità. In materia di fiscalità, occorre passare dalla spesa storica alla spesa standard, ma gradualmente, con un triennio preventivo per recuperare i ritardi del Sud. Destano più di qualche preoccupazione i dati Svimez che prevedono, con l’attuale disegno di legge, uno spostamento di risorse per un miliardo di euro dal Sud al Nord del Paese. Altro che politica per il Mezzogiorno”. De Luca è stato tra i primi firmatari dell’ordine del giorno presentato dal Pd che, in linea con la mozione dell’on. Franceschini approvata dalla Camera, prevede un allentamento del patto di stabilità interno, per consentire agli Enti locali di sbloccare fondi disponibili per il pagamento di opere già realizzate, cantierate o in programma. “In questo modo – spiega il sen. – si darà un po’ di respiro, soprattutto agli Enti locali del Sud, che devono fare i conti con tagli sempre più consistenti, primi tra tutti quelli al fondo Fas, che il Governo continua a decurtare. Inoltre, in una logica di perequazione tributaria, Regioni e Province a statuto speciale vanno essere inserite in regime ordinario”. Infine la delega dell’attuazione, “che non va assegnata al Governo, perché altrimenti si rischia di realizzare il coinvolgimento necessario a rendere il federalismo una riforma del Paese per tutto il Paese, senza zone franche, aree favorite e altre svantaggiate”.

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