Assemblea Ato Calore, Udc: il Cda non ha diritto a indennità

Pubblichiamo una nota inviata dall’Unione di Centro relativa alla situazione delle indennità di carica per i componenti del Consiglio di Amministrazione dell’Ato. Questa la nota: “L’assemblea dei soci dell’Ato Calore Irpino convocata per l’approvazione del bilancio di previsione ha avuto il merito di affrontare una questione considerata dirimente e che è stata portata all’attenzione dell’aula dal sindaco di Montemiletto Eugenio Abate, rappresentante dell’Unione di Centro. La questione è quella delle indennità di carica per i componenti del Consiglio di Amministrazione. Su 550mila euro di spese correnti, infatti, si è verificato come circa 250mila euro vengano impiegati per le indennità degli amministratori. Il sindaco Abate ha evidenziato questa stortura, facendo notare come sia la legge ad imporre la non previsione delle indennità di carica. E’ la normativa vigente, infatti, che vieta agli amministratori di percepire l’indennità. E’ chiaro, dunque, come quanto finora percepito dagli amministratori dell’Ato Calore Irpino sia stato fatto a titolo indebito. Se l’Ato, invece, avesse provveduto per tempo ad affidare il servizio, sarebbe stata la stessa normativa vigente a prevedere e ad autorizzare indennità di carica. E’ la legge, quindi, che punisce gli amministratori poco avveduti che oggi gestiscono l’Ato Calore Irpino. E’ la legge che certifica ciò che questi amministratori non hanno fatto o non sono stati in grado di fare. Di fronte a questa indicazione prescritta dalla legge, gli stessi esponenti del Partito Democratico non hanno potuto far altro che prenderne atto, effettuando la variazione di bilancio, che prevede la cancellazione del capitolo relativo alle indennità ed il trasferimento delle risorse sul capitolo dedicato al personale. E l’hanno fatto, però, non tanto ammettendo la colpa, evidente e manifesta, ma adducendo argomentazioni demagogiche e populiste. Ma di questo non c’è da meravigliarsi. E anche sul personale una precisazione appare doverosa. Adesso ci sono le condizioni per procedere con la stabilizzazione dei lavoratori precari. Un’iniziativa lodevole, ma che deve essere l’Ato a concretizzare. E’ giusto ricordare, infatti, che quest’azione, questa competenza, è in testa al CdA dell’Ato Calore Irpino e non certo all’Assemblea dei soci. Inoltre, un altro risultato importante è stato quello di aggiornare il dibattito circa l’affidamento del servizio idrico in seguito al risultato referendario dello scorso giugno. Il sindaco Abate, infatti, ha rimarcato come, all’atto del risultato della consultazione referendaria, è venuto meno il regime transitorio e quindi anche la necessità di interlocuzione con l’Ato Calore Irpino, ente che scadrà il prossimo 31 dicembre. Alla luce dell’esito del referendum, infatti, il potere torna ai singoli Comuni che dovranno interloquire con i soggetti gestori. Si tratta di due dati – il primo relativo alle indennità e il secondo relativo all’affidamento del servizio – tutt’altro che secondari. E rispetto ai quali emerge con evidenza il ruolo costruttivo svolto in assemblea dai rappresentanti dell’Unione di Centro che ancora una volta ha smascherato l’incapacità e la vacuità di chi oggi amministra l’Ato Calore Irpino”.

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