Todisco: “Lascio il Pd del mercato delle tessere”

AVELLINO – “Non rinnovo la tessera del Partito Democratico”, parola di Francesco Todisco che attraverso il suo profilo Fb nelle scorse ore ha spiegato la sua decisione di non aderire nuovamente al Pd. “La tessera è un segno di appartenenza a un impegno, a una storia e a una comunità. Abbiamo sempre lottato contro chi ne ha sminuito il valore fino a farla diventare una merce da comprare a buon mercato, all’ultimo istante utile, per partecipare a una conta. Le abbiamo sempre dato un altro signific…

AVELLINO – “Non rinnovo la tessera del Partito Democratico”, parola di Francesco Todisco che attraverso il suo profilo Fb nelle scorse ore ha spiegato la sua decisione di non aderire nuovamente al Pd. “La tessera è un segno di appartenenza a un impegno, a una storia e a una comunità. Abbiamo sempre lottato contro chi ne ha sminuito il valore fino a farla diventare una merce da comprare a buon mercato, all’ultimo istante utile, per partecipare a una conta. Le abbiamo sempre dato un altro significato. E oggi, con il peso di quel significato, molti di noi hanno deciso di non aderire al Pd. Per la prima volta da quando è stato fondato. Ci sentiamo costretti a questa scelta e non rinneghiamo un solo giorno di impegno e di battaglie per costruire il partito che avremmo voluto. Sentiamo di essere stati sempre leali verso i nostri ideali. Chi ha trasformato il Pd in altro non ha voluto la presenza del nostro pensiero critico. La scissione non nasce oggi. La scissione è stata costruita, pezzo dopo pezzo, da Renzi e da un’idea di partito che egli ha rappresentato. Con arroganza e volgarità. La scissione c’è stata nelle tessere che da ‘pezzo di storia, di impegno e di militanza’ sono diventate merce a buon mercato; nei circoli esistenti solo sulla carta; nelle assemblee che hanno calpestato regole su regole; nelle primarie dove si ‘compravano’ i voti; nella composizione delle liste fatta con persone candidate a loro insaputa; in quelle città governate da noi fra inefficienza e casi di corruzione; nei governi del Paese caduti per le ambizioni di un singolo; nel referendum costituzionale dove i tanti Democratici che hanno deciso di votare ‘no’ a una riforma scritta male si sono sentiti offesi, dileggiati, ospiti in casa propria. La scissione c’è stata in queste e in tante altre cose ancora”. Ed ancora. “So che gli ideali che abbiamo portato nel Pd – quelli per cui giorno dopo giorno abbiamo lottato dentro la comunità di questo partito – non sono stati buttati via. Sono vivi, più che mai. Li porto, li portiamo, nella costruzione degli strumenti che possano farci cambiare questo mondo guasto. Il coraggio delle scelte. La nostra storia. Scegliamo di costruire un partito sincero con i suoi ideali, sincero con la sua comunità, sincero con la sete di giustizia sociale e di uguaglianza della propria parte. Ecco, sincero: ciò che è mancato a questo Pd e mai alla nostra storia. Sempre e per sempre dalla stessa parte”.

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