Scelta Civica si separa, in Parlamento due nuovi gruppi

“Con la separazione consensuale delle sue componenti interne, formalizzata ieri anche attraverso la nascita di due distinti gruppi parlamentari, Scelta Civica ritrova la sua identità originaria, esce dalle nebbie e può finalmente riprendere il suo percorso di coerenza con gli impegni assunti verso l’elettorato alle politiche dello scorso febbraio” – dichiara il deputato di Scelta Civica Angelo Antonio D’Agostino.
“Oggi abbiamo un gruppo parlamentare ridimensionato nel numero, a causa del diverso orientamento di chi era stato eletto sotto il simbolo ed il nome di Mario Monti – continua -. Si tratta, tuttavia, degli effetti di una cura dimagrante che ha indebolito momentaneamente la struttura fisica ma non la forza delle idee fondative e del programma di Scelta Civica. Non è un caso, del resto, che su temi primari come il lavoro, il welfare, la riorganizzazione della burocrazia, i costi della politica e la stessa legge elettorale il nuovo leader del Pd, Matteo Renzi, abbia ottenuto un consenso plebiscitario proponendo un riformismo radicale che nei tratti essenziali coincide con il profilo dell’Agenda Monti. In questa cornice programmatica, il nostro nuovo capogruppo alla Camera, Andrea Romano, saprà certamente ridare impulso, vigore e visibilità all’azione parlamentare di Scelta Civica, in coerenza con l’impegno di sostenere il governo Letta ma senza rinunciare ai rilievi critici ed alle proposte migliorative di una azione governativa che allo stato – secondo il nostro punto di vista – continua a non essere pienamente funzionale all’obiettivo di condurre il Paese fuori dalla crisi.
Conclusa la commedia delle furberie, degli equivoci e degli opportunismi comunque camuffati, infine, Scelta Civica può finalmente ripartire con il suo lavoro sul territorio: un lavoro impegnato sulle questioni serie che toccano la pancia e la mente dei cittadini, dai servizi pubblici locali, alla qualità della vita, ai processi di sviluppo capaci di creare opportunità di occupazione. E serve ripartire dai territori dicendo a chiare lettere che la nostra realtà non può essere guarita dagli stessi medici, magari diversamente vestiti, che hanno ridotto l’ammalato in coma” – conclude l’on. Angelo Antonio D’Agostino.

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