“La riforma della Costituzione? Una operazione di potere”

SOLOFRA – L’associazione SolofraViva ha questa mattina ospitato un incontro di approfondimento e dibattito sulle novità previste nel testo di riforma della Costituzione.Ospiti dell’associazione Domenico Sarno del Comitato “Scelgo No” ed il professore Francesco Barra ordinario del dipartimento di studi umanistici dell’Unisa.. “Se vince il no, come credo che vincerà, esordisce Sarno, si tornerà parlare di politica. La politica si fa con le idee e non con i tweet e gli hashtag. Se vince il si ci sa…

SOLOFRA – L’associazione SolofraViva ha questa mattina ospitato un incontro di approfondimento e dibattito sulle novità previste nel testo di riforma della Costituzione.Ospiti dell’associazione Domenico Sarno del Comitato “Scelgo No” ed il professore Francesco Barra ordinario del dipartimento di studi umanistici dell’Unisa.. “Se vince il no, come credo che vincerà, esordisce Sarno, si tornerà parlare di politica. La politica si fa con le idee e non con i tweet e gli hashtag. Se vince il si ci sarà un uomo solo al comando”. Ed ancora. “Ci sono tanti motivi per votare ‘no’ al referendum del quattro dicembre e tra questi il fatto che la riforma costituzionale sancisce che i cittadini italiani non sono tutti uguali. La modifica dei rapporti tra Governo e Regioni, infatti, non tocca le Regioni a statuto speciale. Insomma il cittadino campano può essere vessato in qualsiasi momento mentre il cittadino della Sicilia è tutelato. E questo perchè in tutte le materie concorrenti in qualsiasi momento il Governo può avocare a sé la decisione. Ma ciò non vle per le regioni a statuto speciale”. Il professore Francesco Barra ordinario del dipartimento di studi umanistici dell’Unisa: “La nostra costituzione è stata approvata da una assemblea costituente. Oggi ci ritroviamo con una riforma costituzionale che nasce male. Si tratta di un processo costituente senza mandato di nessuno portato avanti da un Governo e da una maggioranza eletta con un porcellum di dichiarata nullità costituzionale che però impone una nuova norma costituzionale di fatto. Una norma che prevede inoltre una supremazia del Governo rispetto alle Regioni. In questo modo si crea un legame perverso tra potere regionale e potere centrale. Un Governo ‘amico’ può consentire ad un governatore ‘amico’ di fare quello che vuole mentre un governatore ‘non amico’ viene stroncato. La vera cifra di lettura della riforma costituzionale, insomma, è che ci si trova davanti ad una operazione di concentrazione del potere a livello del Governo”.

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