Patto per lo sviluppo, le riflessioni di Idv

AVELLINO – Il miglior modo per pensare allo sviluppo economico in Irpinia è…. non pensare. E’ questo il triste dato da che emerge dalla diatriba in atto alla provincia sull’adozione del cosiddetto Piano per lo sviluppo. E’ quanto afferma in una nota il coordinamento provinciale di Italia dei Valori di Avellino.
“Il continuo rimbalzo di responsabilità tra gli esponenti della maggioranza che un giorno affermano la necessità di rimodulare il progetto in commissione ed un altro fanno venir meno il numero legale alla riunione dei capi gruppo, lascerebbero presagire ben altri motivi per i quali si continua a rinviare ogni discussione in merito.
Evidentemente in un momento in cui il governo centrale parla di “Piano per il sud” e promette in prospettiva elettorale qualche milione di euro , si preferisce aspettare per verificare se la provincia di Avellino sarà baciata dalla fortuna.
Allora se ci sarà qualcosa da gestire si aprirà la gara tra Udc e Pdl per chi dovrà guidare il progetto.
Diversamente il “Piano per lo sviluppo” sarà affidato a qualche esponente di partito minore come contentino.
Intanto la provincia di Avellino,quella fatta di cittadini comuni e non l’ente di piazza Libertà, muore lentamente.
Nel 2010, nel solo comparto edile,si è fatto ricorso al 300% in più agli ammortizzatori sociali rispetto al 2008.
Non c’è in tutta la provincia una sola area industriale che non abbia ridotto se non addirittura azzerato gli occupati.
Il distretto della pelle di Solfora è quasi scomparso,FMA ed indotto sono un ricordo, l’agricoltura paga anni di arretratezza e l’illusione dei mega-centri commerciali è svanita.
Se a ciò si aggiungono le croniche difficoltà di molti enti pubblici,comunità montane e compartecipate nel settore dei rifiuti in primis, si può facilmente capire che Irpinia siamo ben oltre la crisi.
Il coordinamento provinciale di Italia dei Valori si augura che “Il piano per lo sviluppo per l’Irpinia” non sia l’ennesimo tavolo delle buone intenzioni, non sia la costruzione di una scatola vuota pronta per essere accantonata nel momento in cui il benefattore di turno conceda un ristoro economico a mo di sussidio a troppi disoccupati della nostra terra”.

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