Colucci all’Ato, Giordano accusa: “C’è puzza di inciucio”

E’ vero che morto un papa se ne fa sempre un altro. Ma con modi e tempi dovuti e non in fretta e furia come è accaduto con la elezione del nuovo presidente dell’ATO. Viene da dire che scappati buoi si va in cerca delle funi. Non sono in discussione la serietà e la competenza del professor Colucci, ma sono del tutto leciti gli interrogativi che seguono. Un nuovo presidente per fare cosa? Per dare la gestione a chi? Per applicare le decisioni del referendum o per vanificarle? Per l’acqua in mano pubblica o in mano ai privati? E’ quanto sostiene in una nota il coordinatore provinciale di SeL, Giancarlo Giordano. “Possibile – aggiunge – che le dimissioni del presidente Festa non abbiano provocato alcuna allarmata reazione neanche all’interno del partito di cui fa parte e cioè il PD? Una alzata di spalle e come se niente fosse accaduto si è corso a dar vita alla elezione del sostituto. Ma allora i ritardi accumulati, le scelte non compiute, gli scontri di interesse tra Avellino e Benevento e tra i diversi territori sono tutti da addebitare al dimissionario Festa. Non aveva e non ha nulla da discutere in merito il PD? Questo acritico passare oltre, questa nonchalance, non è buon segno e non fa bene al centro sinistra. A meno che l’atto repentino della elezione del nuovo presidente dell’ATO non si configuri come il primo gesto simbolico di una nuova fase, destinato ad inaugurare anche nel nostro territorio il corso dell’intesa bipartizan che ha portato al varo del nuovo governo Monti. Ma se così dovesse essere, almeno lo si dica”.

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