Arricale e Bove: “Cambiare il Segretario non serve”

“Troviamo claustrofobici i limiti imposti al dibattito politico di queste settimane che cerca di impoverire il problema fino al punto di ridurlo ad una mera scelta binaria: De Blasio si, De Blasio no. Come se il problema davvero fosse De Blasio e non, invece, le dinamiche che hanno portato alla sua elezione; come se il problema fosse De Blasio e non, invece, la totale assenza di orizzonti ideali e programmatici comuni. …

“Troviamo claustrofobici i limiti imposti al dibattito politico di queste settimane che cerca di impoverire il problema fino al punto di ridurlo ad una mera scelta binaria: De Blasio si, De Blasio no. Come se il problema davvero fosse De Blasio e non, invece, le dinamiche che hanno portato alla sua elezione; come se il problema fosse De Blasio e non, invece, la totale assenza di orizzonti ideali e programmatici comuni.
Cambiare il Segretario non serve, se si perpetuano gli stessi meccanismi gestionali. Il segretario rappresenta il partito e ne è rappresentativo: De Blasio certamente rappresenta il fallimento di questa gestione politica, che mai abbiamo condiviso e non condividiamo, eppure al contempo è l’unico frutto che avrebbe mai potuto nascere da quest’albero malato.
E allora la domanda da porci non è se cambiare o meno il segretario, ma se vogliamo – o no – provare ad essere un Partito, e che tipo di partito vogliamo costruire. Vogliamo continuare ad essere percepiti come il luogo delle lotte tra bande, dove si alimenta il perverso meccanismo che mira a raggiungere e conservare il potere per il potere?
Il momento politico ed amministrativo è così delicato da imporci una seria – e vera – riflessione autocritica che interrompa questo circolo vizioso in cui siamo intrappolati.
Crediamo che la ricchezza di un partito sia il capitale umano di cui può – e di cui riesce – a disporre. Noi siamo tanti eppure non riusciamo a mettere a sistema questa nostra ricchezza; quello che produciamo dal punto di vista dell’azione politica concreta non è adeguato al livello di influenza istituzionale che pure – nella nostra totalità – esprimiamo. Perché?
La sfiducia a De Blasio, per come è stata costruita e qualora sarà formalizzata, non dà risposta a nessuna di queste domande. Prende atto di un fallimento, certo, ma questo non significa affrontarne le cause.
Chiediamo a De Blasio e ad ognuno degli attori in campo di scegliere la strada dei contenuti, non quella delle baruffe. E’ responsabilità di chi oggi guida il partito e dell’Assemblea provinciale dare una svolta sostanziale alla propria azione. E’ il momento di ricostruire la dignità di questo partito, nell’interesse di tutti, impegnandoci per il resto del mandato su basi rinnovate: non più la mera forza arrogante del numero ma condivisione di metodo ed obiettivi tra soggetti che si riconoscano nell’esigenza di costruire un partito di militanti e gente in carne ed ossa.
Vogliamo impegnarci per questo e ci auguriamo che ognuno, riscoprendo senso di responsabilità ed appartenenza, voglia impegnarsi a fare lo stesso.
Non siamo interessati alle conte, perchè in questi giorni rivive un metodo già sperimentato e verso il quale nutriamo un profondo senso di repulsione morale e politica”. Lo affermano in una nota congiunta, Michela Arricale, Assemblea Provinciale PD Avellino e Giovanni Bove, Assemblea Regionale PD Campania.

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