L’antica arte del torrone made in Irpinia: tra storia e innovazione

Torrone solo a Natale? Vecchia usanza. Ormai questo antico pezzo della cultura dolciaria nazionale è presente sulle tavole e nelle dispense degli italiani durante tutto l’anno.

Una storia che in Irpinia può vantare una lunga tradizione e che, nel territorio di Ospedaletto d’Alpinolo nello specifico, inizia con la tradizionale “cupeta”, miscela di miele, bianco d’uovo e nocciole. Un dolce che incontrava, già a partire dai primi anni del Novecento, il favore dei pellegrini che raggiungevano il Santuario di Montevergine a piedi e che apprezzavano la bontà di alcuni dei prodotti più tipici del territorio saggiamente lavorati.

Il torrone rappresenta infatti uno dei dolci più plastici e versatili, potendo assumere differenti forme e consistenze. Scopriamo quindi un fantastico mondo fatto di odori inebrianti e di inaspettate qualità. In passato era il “blocco”, ovvero il formato da fiera di paese: grande e grosso, divisibile in innumerevoli pezzi per soddisfare le più ingorde esigenze.

La stecca è invece il formato classico, quello più diffuso. Nasce da una sfoglia spianata a mano, poi coperta da due fogli di ostia: ancora oggi tra i dolci più tipici del Natale italiano. Successivamente, con l’evolversi delle abitudini alimentari, troviamo il torroncino monodose: pratico, adatto a ogni occasione, per cui uno tira l’altro…come le ciliegie.

Parlando invece di consistenza, il torrone può assumerne due. Nasce friabile, ovvero duro. Rigido e croccante, da addentare sapientemente oppure (adatto a tutti) da “scheggiare”, magari succhiandolo come una caramella data la sua naturale scioglievolezza in bocca. Diventa anche tenero, con il tempo, con aggiunta di pan di spagna e di un contenuto d’acqua superiore nell’impasto, per deliziare ogni tipo di palato, anche quello più pigro.

Nonostante il passare del tempo e le diverse varianti possibili, in Irpinia il torrone continua a esaltare il valore dei prodotti tipici che qui trovano terreno fertile, come le nocciole, in memoria di antichi valori e usanze da tramandare di generazione in generazione.

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