Il rito del caffè? Nel 2050 potrebbe non esistere più

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Bere caffè, con un rituale sempre molto conviviale, momento di incontro e occasione per una chiacchierata tra amici, rappresenta soprattutto in Campania un’abitudine quotidiana cui è impossibile rinunciare. Ma qualche nube si vede all’orizzonte.

33 sono infatti gli anni che ci separerebbero dall’ultima tazzina di caffè.

Ad annunciarlo è la rivista scientifica americana “Proceedings of the National Academy of Sciences” che ha recentemente pubblicato uno studio secondo il quale nel 2050 le piantagioni di caffè potrebbero scomparire dal nostro pianeta. La causa primaria è l’inquinamento che porta al surriscaldamento terrestre e all’allargamento progressivo del buco nell’ozono.

La deforestazione sta compromettendo la sopravvivenza di diverse specie sia animali sia vegetali che sono indispensabili per la salute del nostro pianeta. Albert Einstein aveva detto che “Quando morirà l’ultima ape, all’umanità resteranno solo 4 anni di vita” e purtroppo pare che la profezia non fosse assolutamente infondata. E’ stato notato infatti che proprio le api, a causa delle condizioni climatiche sfavorevoli, hanno abbandonato le zone pianeggianti, dove sono presenti le piantagioni, di caffè e non solo, per dirigersi in aree collinari e montuose.

La situazione più grave per le piantagioni di caffè è stata registrata in Venezuela, Honduras e Nicaragua, ma il problema è di portata globale. La migrazione, o addirittura la scomparsa, delle api e di altri insetti impollinatori è un campanello d’allarme a cui prestare moltissima attenzione. Non è solo a rischio l’intero settore agricolo, ma la possibilità di tutti di prosperare sul nostro pianeta.

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