PMA E LA SCELTA DEL SESSO

“Dr.ssa è possibile la scelta del sesso di mio figlio, con la fecondazione assistita?”

È una delle domande più ricorrenti quando le coppie iniziano a conoscere la fecondazione assistita.

Scegliere il sesso del bambino attraverso le tecniche di procreazione medicalmente assistita (PMA) è possibile.

Ci sono molte cliniche, in particolare nell’Est Europa, che offrono, ad un costo molto elevato, il servizio di determinare il sesso dei nascituri. Si può fare attraverso lo screening dell’embrione in laboratorio.

Basta prelevare alcune cellule dall’embrione ed è possibile analizzare la coppia cromosomica (XX o XY) e determinare quindi il sesso. Se il sesso è quello desiderato, l’embrione viene impiantato nell’utero materno, dove prosegue il suo naturale sviluppo.

Scegliere il sesso del nascituro
Determinare il sesso del nascituro da un punto di vista di morale non è una scelta di buon senso.

Purtroppo, il fenomeno sta assumendo, da anni, pieghe sottese a pregiudizi e stereotipi culturali, che non finirò mai di combattere.

 

LA SCELTA DEL SESSO DEL NASCITURO, NEI DIVERSI STATI EUROPEI

Nei vari Paesi europei le legislazioni relative alla determinazione del sesso del nascituro non sono tutte uguali.

In Paesi come l’Italia, la Danimarca, la Finlandia, il Portogallo e la Spagna, la selezione di genere degli embrioni (PGD), viene applicata solo nei casi in cui siano presenti delle patologie genetiche legate ad un determinato sesso. Più opache le legislazioni nei restanti Paesi.

Al di fuori dei confini europei, negli Stati Uniti d’America, la situazione è diversa. Dato che una coppia può decidere di determinare il sesso del nascituro anche nel caso in cui non ci fossero motivi legati a particolari patologie genetiche.

Il mio imbarazzo, riguardo alla procedura biologica di selezione del sesso non è solo di tipo etico. Infatti, nel riconoscere, certamente, l’importanza della vita biologica, occorre trovare il giusto modo per rapportarci all’evoluzione della tecnica.

La fecondazione assistita, infatti, deve rappresentare solo un’opportunità per realizzare il desiderio di diventare genitori. Non uno strumento di discriminazione sessuale.

Se noi embriologi avallassimo una differente valutazione tra i due sessi, solo per denaro, potremmo finire per alimentare un divario inaccettabile. Basta considerare che la maggior parte delle coppie, oggi, genera un solo figlio, questa pratica produrrebbe un reale squilibrio sociale.

Per di più, la scelta di ricorrere alla procreazione assistita al solo scopo di scegliere il sesso del bambino ha aperto uno scenario futuribile e assai inquietante dato che questo servizio viene, nella maggior parte dei casi, offerto illegalmente… continua la lettura

 

Dr.ssa Chiara Granato
Biologa della Riproduzione

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