L’Italia è un Paese per vecchi: collocata al secondo posto nella classifica mondiale

culle vuote

L’Italia è il secondo Paese più vecchio al mondo. Ecco il dato emerso dall’ultimo rapporto dell’Istat relativo al bilancio demografico della nazione.

Con 168,7 anziani ogni 100 giovani, l’Italia è seconda solo al Giappone per numero di popolazione over, e la situazione potrebbe essere destinata a peggiorare ulteriormente considerato il costante calo della nascite che interessa tutto il territorio da ormai nove anni. Circa 464mila le nascite dello scorso anno, il 2% in meno rispetto al 2016 e il 19% in meno rispetto a dieci anni fa.

L’età media delle donne che partoriscono il primo figlio continua a crescere: nel 2016 è arrivata a 31 dai 26 anni del 1980.

Allo stesso tempo si innalza la speranza di vita, che ha raggiunto la media di 80,6 anni per gli uomini e di 84,9 anni per le donne nel 2017. Non mancano le differenze territoriali. Se il valore più elevato si registra a Firenze (84,1 anni) e nella provincia di Trento (83,8 anni), il valore più basso, invece, è delle provincie di Napoli e Caserta (80,7 anni).

Forti differenze territoriali anche relativamente all’aspettativa di vita in buona salute. Mentre a Bolzano il dato medio raggiunge i 70 anni (69,3 per gli uomini e 69,4 per le donne) a fronte di una media nazionale di 60 anni per gli uomini e 57 anni e 8 mesi per le donne, gli uomini calabresi e le donne lucane sono, invece, ai livelli più bassi (rispettivamente di 51,7 e 50,6 anni).

Il report prodotto dall’Istat descrive inoltre gli aspetti scolastici e occupazionali della popolazione nazionale. Il Mezzogiorno si trova sul gradino più basso per il dato relativo a giovani (tra i 15 e i 29 anni) che non studiano e non lavorano: il 34,4%, contro il 16,7% delle regioni settentrionali. Mentre dal punto di vista sociale, solo il 18,5% di chi proviene da famiglie poco istruite si laurea, mentre appena il 14,8% ha un lavoro qualificato.

Fondamentali per trovare un impiego rimangono ancora le “raccomandazioni” di parenti e amici, che hanno dato occupazione a quasi un giovane su due (47,3%). Percentuale che sale al 50,6% al Sud.

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