Covid-19: ecco i documenti necessari per andare all’estero

In questo periodo di pandemia globale, viaggiare sicuri è un diritto ed un dovere.

Con la riapertura delle frontiere, per entrare sia via terra, via mare o via aereo è fatto obbligo per tutti presentare un certificato di negatività al test del coronavirus.

Per ottenerlo, è necessario sottoporsi a test molecolare (PCR) nelle 72 ore precedenti il volo.

Molti paesi, a differenza dell’Italia, non hanno l’obbligo di realizzare alcun tipo di test in aeroporto o alla frontiera.

Nel caso in cui il passeggero non presenti la documentazione richiesta potrà essere sanzionato e per questo motivo le agenzie di viaggio o le compagnie aeree e marittime saranno tenute a informare i viaggiatori, prima del processo di vendita dei biglietti. 

I test PCR dovranno essere presentati alla dogana, alle compagnie aeree o qualsiasi altra organizzazione che lo richieda.

In particolare, bisogna ricordare che per poter essere fruibile al momento dell’ingresso in un altro paese, dall’Italia, il test dovrà essere redatto in  lingua inglese o spagnola.

Documento in inglese

Se il laboratorio di analisi o l’Ente presso il quale il test è stato fatto non è in grado di emettere il referto medico in una di queste lingue, bisognerà rivolgersi tempestivamente ad un traduttore certificato.

La traduzione certificata  del test COVID-19 deve essere effettuata esclusivamente da un traduttore certificato.

Per rintracciare un traduttore certificato o giurato in Italia è possibile ricercare sul web un’azienda di traduzioni professionali, che supporterà il cliente per la certificazione del documento.

Il traduttore incaricato, generalmente iscritto all’albo dei CTU del Tribunale o presso la Camera di Commercio, redige la traduzione nel giro di poche ore da ricevimento del test PCR, assumendosi la responsabilità dell’esatta traduzione del documento. In questo modo chi dovrà partire avrà tutte le carte in regola.

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