Vertenza Fma, Idv: occorre piano di sviluppo della Fiat

Vertenza Fma, Idv: occorre piano di sviluppo della Fiat

“Occorre far ripartire la FMA. La FIAT deve presentare un piano di sviluppo per sopperire alle perdite di produzione dello stabilimento di Pratola Serra che nel 2007 forniva circa 517mila motori mentre nel 2009 appena 178mila”. E’ quanto afferma in una nota il coordinamento provinciale di Italia dei Valori di Avellino.
“Una gestione indubbiamente fallimentare considerato che lo stabilimento occupa 1647 dipendenti più 600 nel cosiddetto indotto. Attualmente gli operai della FMA lavorano in media 7 giorni al mese percependo un salario di circa 800 euro con un taglio del reddito pari al 40% rispetto al 2007. Dati, questi, allarmanti che in vista delle prospettive di investimento del comparto FIAT all’estero e non in Italia non possono che peggiorare se non si interviene con una virata nella giusta direzione. Su questo come su altri importanti argomenti come il precariato e la sanità vorremmo si concentrasse il dibattito politico dei partiti della sinistra in irpinia.
Invece di parlarsi addosso, l’uno contro l’altro armati, farebbero bene a convogliare le loro energie in un intervento congiunto, forte e deciso volto ad ottenere dai vertici FIAT un piano di riconversione industriale che faccia veramente della Fabbrica Motori Automobilistici un’industria all’avanguardia. L’IdV – prosegue la nota – chiede ai partiti del centrosinistra di spostare il confronto politico sui problemi della crisi industriale e del berlusconismo come priorità per il rilancio della coalizione. La politica messa in campo da alcuni partiti della sinistra, risulta incomprensibile all’IdV. Mentre da un lato essi recitano la retorica del siamo tutti amici, tutti qui per la medesima intenzione, dall’altro perpetuano lo svuotamento del senso stesso di queste parole nella pratica politica dell’accusa a mezzo stampa. Un dibattito mediatico, dominato da falsi slogan, luoghi comuni deformanti, fraintendimenti, manipolazione dei dati artatamente diffusi per persuadere gli ignari lettori in modo sottile, felpato, quasi inconsapevole, parlando apparentemente d’altro ma, invece, avendo ben presente l’obiettivo di catturarne l’attenzione.
Quello che gli elettori hanno bocciato alle scorse politiche, è stata proprio una coalizione avvertita come precaria, instabile, rissosa e conflittuale. Le varie alchimie o convenienze elettoralistiche non solo non salveranno mai il centrosinistra, ma lo condanneranno in perpetuo ad una dimensione minoritaria. Se vogliamo tornare a vincere dobbiamo ragionare tutti insieme sulle “idee”.
Dobbiamo ripartire dai valori, dalle idealità, da un progetto di ampio respiro dove una pluralità di soggetti politici si mette in discussione per offrire al paese un modello di governo valido. Bisogna ripartire da una politica fatta soprattutto di anima e cuore. Una politica che consapevolmente prima di parlare di tavoli o piani per lo sviluppo in Irpinia dia la precedenza al dramma di 2200 famiglie di operai che si avviano ad affrontare l’ennesimo Natale fatto di precariato ed emergenza”.

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