Uil, congresso regionale

Uil, congresso regionale
Lunedì si terrà a Napoli, ai Colli Aminei, il congresso regionale della Uil. Un’occasione di confronto per fare il punto della situazione delle province campane. Le camere sindacali provinciali, infatti, si confronteranno su problemi e difficoltà del mondo del lavoro nella regione Campania e nelr e…

Uil, congresso regionale

Lunedì si terrà a Napoli, ai Colli Aminei, il congresso regionale della Uil. Un’occasione di confronto per fare il punto della situazione delle province campane. Le camere sindacali provinciali, infatti, si confronteranno su problemi e difficoltà del mondo del lavoro nella regione Campania e nelr esto del paese. “Siamo costretti a fare i conti – ha spiegato il segretario provinciale Franco De Feo, che interverrà ai lavori congressuali regionali -, quotidianamente, con lo stato di recessione che si consolida sempre di più, con effetti sconvolgenti sull’economia provinciale e delle singole persone, sui lavoratori dipendenti e sulle loro famiglie. I dati statistici, le continue richieste di attivazione degli ammortizzatori sociali, ci fanno valutare persistente lo stato di crisi dell’economia provinciale e non riusciamo ad essere ottimisti, nonostante gli inviti pressanti del Governo nazionale. I nostri dati provinciali sono assolutamente drammatici, 77.000 disoccupati, oltre 7000 lavoratori in Cassa Integrazione ordinaria, straordinaria ed in mobilità, migliaia di lavoratori espulsi dal ciclo produttivo senza speranza di poterci rientrare e senza copertura di sostegno al reddito. Migliaia di famiglie in crisi esistenziale, costrette ad modificare le proprie regole di vita quotidiana, a rinunciare a condizioni minime essenziali per se stessi e per i propri figli. Mi pare necessario, per esempio, riflettere sul problema drammatico del precariato, vera emergenza sociale per il nostro paese, per il Sud e per la Campania in particolare. Senza dimenticare le percentuali del lavoro sommerso riscontrate dalla Uil nella nostra regione enella provincia di Avellino. La madre di tutte le battaglie, quindi, per la Uil, dovrà essere quella del contrasto alla pratica del “massimo ribasso” che crea disfunzioni nel sistema produttivo e sacche enormi di concorrenza sleale nei confronti dell’Imprenditoria onesta e laboriosa, fortemente presente nella nostra provincia. Non è solo il settore dell’edilizia incriminato in tale partita, se rivolgiamo un minimo di attenzione alle gare d’appalto per l’affidamento dei servizi mensa, dei servizi pulizia nelle strutture private e pubbliche ci accorgiamo che anche lì, nonostante il forte e costante impegno del Sindacato, è difficile consolidare regole chiare di applicazione contrattuale a tutela dei lavoratori. Il futuro dello sviluppo passa per nuove politiche di investimento nelle infrastrutture materiali e immateriali, nell’innovazione, nella ricerca e nella formazione. In una fase di emergenza, servono procedure di emergenza: bisogna velocizzare i tempi di attuazione degli investimenti. Non possiamo più permetterci di continuare a parlare da anni di spesa pubblica e del mancato completamento delle grandi infrastrutture al servizio delle aree industriali e destinate a far uscire dall’isolamento le nostre zone interne. Abbiamo bisogno di uno sforzo collettivo e di una strategia di fondo dell’attuale Governo. Noi rivendichiamo maggior attenzione e responsabilità della classe dirigente e politica della nostra Regione nell’affrontare i problemi e nel proporre soluzioni. Occorre uno sforzo comune per evitare il rischio di rassegnarsi al declino del nostro territorio ed alla depressione della nostra gente. Allora anche qui, in Regione Campania, pur non essendo iscritti a nessun Comitato, verifichiamo che tra la gente è forte la domanda di cambiamento e di un modo nuovo di fare politica, più vicino ai bisogni ed alle difficoltà quotidiane dei cittadini. L’emergenza abitativa è di eccezionale attualità, gli indicatori sociali ci segnalano la carenza di alloggi di edilizia residenziale pubblica per soddisfare le richieste di giovani coppie, di nuclei familiari numerosi e di anziani; sono le stesse fasce della nostra Società che, per insufficienza di reddito familiare, non possono accedere al mercato privato delle locazioni”.

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