Stazione Hirpinia, ma perché gli industriali non pagano loro la piattaforma?

stazione hirpinia

La modifica del tracciato della linea Napoli/Bari che permette alla nostra provincia di avere finalmente un punto di accesso all’alta velocità ferroviaria è paragonabile sul piano storico alla scelta di fare transitare per l’Irpinia piuttosto che per il Sannio le carreggiate dell’autostrada A16. Certo la città di Avellino ed il suo hinterland restano tagliate fuori da ogni serio discorso relativo al trasporto su ferro, sia per i passeggeri che per le merci, ma occorre dare atto che la Stazione Hirpinia, con o senza piattaforma logistica, rappresenta l’ultimo risultato del lavoro della classe dirigente guidata da Ciriaco De Mita. Ciò premesso non si capisce come a giudizio di tutti, industriali, sindacati, politici, lo sviluppo dell’Irpinia sia tutto legato alla realizzazione di una piattaforma logicista, che altro non è se non un deposito di stoccaggio di merci.

Detto che la logistica è un elemento importante ma non certo decisivo per garantire lo sviluppo industriale, basta osservare cosa c’è e soprattutto cosa non c’è in valle Ufita, per capire cosa davvero serve a questo territorio, nel quale non si contano lotti e capannoni industriali dismessi. Fuggita la Fiat/Iveco, la stessa zona industriale di Flumeri è rimasta in sospeso fra una vocazione agricola più o meno industrializzata e una vocazione metalmeccanica. Dunque, prima di chiederci dove stoccare le merci, è possibile chiedere agli industriali, presenti e futuri, se e cosa intendono produrre in queste zone? C’è anche da aggiungere che sino ad ora lo Stato e la Regione  hanno fatto in pieno la proprio parte: lo Stato sta realizzando il tracciato ferroviario e la Stazione Hirpinia, impiegando notevoli risorse finanziarie per garantire il transito in Irpinia. La Regione ha istituito la Zes che garantisce agli imprenditori intenzionati ad investire sul territorio condizioni fiscali vantaggiose.

È mai possibile che la mano pubblica debba anche garantire agli industriali il deposito (tale è la piattaforma logistica) per stoccare i loro beni in transito? Da che mondo è mondo queste strutture sono realizzate dai privati che in una economia privata di mercato sono chiamati a investire con i propri capitali. Una idea innovativa potrebbe essere questa: il pubblico ceda il diritto di superficie sul suolo adiacente alla stazione agli industriali irpini per realizzare a proprie spese la piattaforma. Questa sì sarebbe una scelta in controtendenza, in grado anche di fugare ogni dubbio sul fatto che in Irpinia abbiamo ancora troppi imprenditori dell’incentivo.

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