Licenziamenti Malzoni, nessun accordo con i sindacati

Nessun accordo tra i sindacati e il gruppo Malzoni, in merito ai licenziamenti che la società ha comunicato di voler effettuare. Lo scorso 11 ottobre si è tenuto l’ultimo degli incontri a cui hanno partecipato i rappresentanti dell’azienda, le rsu aziendali ed i segretari provinciali di Csil-Fp, Cgil-Fp, Uil-Fpl, Ugl Sanità e Cimop. Premesso che – si legge nel verbale sottoscritto dalle parti al termine dell’assemblea – con comunicazione del 30 agosto 2011 il Gruppo Malzoni ha avviato per tutte le società del gruppo, ai sensi e per gli effetti di quanto previsto dagli artt. 4 e 24 della legge 223/91, la procedura per ridurre di numero 33 unità l’organico dei dipendenti complessivamente occupati, con conseguente licenziamento e collocazione in mobilità del personale interessato; che sono state adempiute tutte le formalità previste dalla legge in materia; che a seguito di richiesta da parte delle organizzazioni sindacali è stato avviato l’esame congiunti; che nel corso degli incontri tenutisi tra le parti, il Gruppo Malzoni ha ampiamente illustrato le motivazioni, già elencate nella predetta comunicazione, che hanno determinato la decisione di porre in mobilità parte del personale. Tutto ciò premesso, nel corso dell’incontro odierno e dei vari incontri che si sono succeduti, è stata ampiamente esaminata la situazione aziendale, le cause che hanno determinato l’eccedenza del personale, la possibilità di utilizzazione diversa di tale personale e le eventuali misure per fronteggiare le conseguenze sul piano sociale, senza prevenire ad un accordo. Le parti sopra elencate, con la sottoscrizione del presente verbale, si danno reciprocamente atto di aver esaurito la fase dell’esame congiunto chiesto dalla legge e di non aver raggiunto l’accordo”. “Purtroppo non siamo riusciti – ha spiegato Ugo Petretta, segretario della Uil-fpl, presente all’incontro con Rita Pellecchia, Rsa della Uil –a trovare un percorso condiviso da azienda e lavoratori. Nelle ultime due assemblee abbiamo proposto agli operatori del gruppo Malzoni una serie di possibilità, dai contratti di solidarietà, all’utilizzo del part-time, al prepensionamento, ove possibile, pur di evitare i tagli. Ma abbiamo dovuto prendere atto della volontà dei lavoratori di non voler sottoscrivere alcun tipo di accordo in questo senso. E, come da mandato sindacale, abbiamo siglato la mancata intesa. L’azienda sanitaria comunicherà l’avvio della procedura di mobilità all’Ispettorato del lavoro e nei prossimi trenta giorni si terrà un nuovo incontro. Del resto il gruppo Malzoni aveva chiaramente spiegato la necessità di recuperare un milione di euro annui, per sanare il bilancio. E, viste le posizioni inconciliabili, saranno licenziati 33 dipendenti. Il sindacato, unitariamente, ha fatto tutto quanto era in suo potere. Auspichiamo che con la mediazione presso l’ispettorato del lavoro si riesca ad evitare l’inevitabile”.

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