Irisbus, le preoccupazioni della Failms–Cisal

Irisbus, le preoccupazioni della Failms–Cisal

“Le vicende che interessano lo stabilimento ufitano della IrisBus si fanno sempre più preoccupanti. Il piano di ristrutturazione aziendale prevede una drastica riduzione del personale, l’istituzione di un unico turno centrale e l’applicazione della flessibilità”. E’ quanto sostiene in una nota il segretario provinciale della Failms – Cisal Antonio De Donato. “La Failms – aggiunge – rispetto agli ultimi avvenimenti, ha cercato di sensibilizzare, attraverso comunicati stampa, l’opinione pubblica e più di una volta si è rivolta agli altri sindacati, alle istituzioni territoriali affinché si affrontasse una crisi strutturale che rischia di cancellare definitivamente l’impianto produttivo in Valle Ufita. Ma occorre constatare, purtroppo, che si continua a rinviare, si perde tempo e non si affrontano seriamente le questioni presenti sul tavolo delle trattative. Le organizzazioni sindacali, come abbiamo già avuto modo di ribadire, devono presentare una proposta unitaria e alternativa rispetto a quella aziendale che possa garantire la sopravvivenza dello stabilimento. I tempi stringono, infatti a partire dal mese di luglio tutti i lavoratori, gradualmente, saranno collocati in cassa integrazione per permettere la ristrutturazione dello stabilimento. Al rientro ci ritroveremo con delle inevitabili defezioni in termini di occupazione. Circa 250 lavoratori continueranno a restare in cassa integrazione per poi, attraverso un passaggio in mobilità, approdare alla pensione. La ristrutturazione infatti implica una clamorosa perdita di occupazione. Il nostro sindacato è disposto anche a discutere con la direzione aziendale e ad accettare determinate condizioni ma a patto che si salvaguardi l’occupazione. Noi riteniamo infatti che, almeno in parte, le unità produttive ormai vicino alla pensione debbano essere necessariamente sostituite da nuovi giovani. Le ristrutturazioni nel corso degli ultimi anni hanno solo prodotto diminuzione di occupazione, e non possiamo accettare che uno stabilimento nato per dare lavoro a 3500 persone si riduca ad occuparne solo 500. Siamo inoltre fortemente preoccupati riguardo alle ultime notizie che ci giungono dalla direzione aziendale. La prossima settimana infatti arriveranno da noi 15 persone provenienti dallo stabilimento IrisBus in repubblica Ceca per apprendere metodologie lavorative riguardo alla produzione del Citelis, l’unico nostro prodotto. Questo ci induce a pensare che nel corso dei prossimi anni il nostro stabilimento sarà esposto ad un elevato rischio di chiusura. Ecco le ragioni per cui noi riteniamo doveroso avviare da subito un confronto con le altre forze sindacali, con le istituzioni, con il mondo della politica per trovare insieme le giuste soluzioni che salvaguardino il nostro territorio”.

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