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L’industria conciaria italiana sempre più eco-friendly. Il dato emerge dal rapporto Greenitaly 2012 realizzato da Unioncamere e fondazione Symbola. E’ il settore manifatturiero, più di altri, che nella riconversione in chiave green ha trovato una leva con cui affrontare la competizione sui mercati internazionali. La filiera della concia è particolarmente virtuosa nella gestione dei rifiuti: le percentuali di raccolta differenziata, dal 2002, non sono mai scese al di sotto del 91%, fino a toccare… |
L’industria conciaria italiana sempre più eco-friendly. Il dato emerge dal rapporto Greenitaly 2012 realizzato da Unioncamere e fondazione Symbola. E’ il settore manifatturiero, più di altri, che nella riconversione in chiave green ha trovato una leva con cui affrontare la competizione sui mercati internazionali. La filiera della concia è particolarmente virtuosa nella gestione dei rifiuti: le percentuali di raccolta differenziata, dal 2002, non sono mai scese al di sotto del 91%, fino a toccare il 98% nel 2010 e nel 2011. La maggior parte di questi rifiuti viene riciclata, con una percentuale di recupero che, nel 2011, è stata del 71%. In generale tra le imprese che nel 2009-2011 hanno investito in prodotti e tecnologie ‘verdi’ o che prevedono di farlo quest’anno, ben il 37% ha esportato nel 2011, contro il 22% di quelle che, invece, non investono nel green. Una propensione all’export in crescita rispetto alla rilevazione dello scorso anno (riferita al periodo 2008-2011), quando le esportatrici raggiungevano il 35%. In più, il 38% delle imprese che realizzano eco-investimenti hanno introdotto innovazioni di prodotto o di servizio nel corso del 2011, mentre nel caso delle altre imprese tale impegno strategico ha interessato una quota pari appena al 18%.




