Greco di Tufo: ecco le nuove regole del Consorzio tutela

ECONOMIA IRPINIA – Il consorzio viticoltori degli “Otto Comuni del Greco di Tufo” fissa il prezzo delle uve. Lo delibera all’unanimità l’assemblea dei soci convocata sabato sera a cui ha preso parte anche il consigliere regionale, Sergio Nappi. Presenti, tra gli altri anche il presidente della Cooperativa “Le Otto Terre”, cantina del consorzio, Antonio Luce.
Dopo un’ampia discussione su tutte le problematiche del settore vitivinicolo in Irpinia, ed in particolare per la crisi che investe la produzione di Greco di Tufo, e, quindi, sulle difficoltà di immettere sul mercato le uve “anima gemella” che rischiano di essere sottopagate a maggior danno dei piccoli imprenditori agricoli dell’areale, il presidente del Consorzio, Marino Donnarumma, ha decretato che la linea dell’organo da lui presieduta sarà quella di tutelare gli interessi di tutti i centosessanta iscritti, stabilendo, così, un prezzo base di ottanta centesimi al chilo per le uve che raggiungono un grado zuccherino tra il 19 ed il 21 e novanta centesimi per quelle che superano i 21 gradi.
Premiare, quindi, anche la qualità, che negli ultimi mesi sta diventando la linea di marketing del Consorzio, con l’iniziativa: “Greco di qualità”, che si avvale della collaborazione tecnico-operativa di Syngenta Crop. Protection S.A..
Ad aprire i lavori dell’assemblea il consigliere della Regione Campania, Sergio Nappi, che da subito avviato un dialogo del tutto familiare con gli imprenditori agricoli presenti in sala, sottolineando più di una volta la sua disponibilità ad accogliere le istanze dei produttori di uve Greco di Tufo, ma senza impegnarsi in promesse che non potrebbero essere esaudite in questo momento storico dell’economia italiana. Alla richiesta degli agricoltori di incidere sulla determinazione del prezzo, ad oggi controllato da pochi “colossi finanziari del settore”, il rappresentate del consiglio regionale Nappi ha tenuto a precisare che “la Regione non può intervenire sulle leggi di libero mercato, né può erogare sussidi ed ammortizzatori agli imprenditori in difficoltà, anche perché le direttive europee in materia vietano qualsiasi supporto alle imprese in tal senso.
La Regione – continua l’onorevole Nappi – può solo riequilibrare lo stanziamento di risorse, per il miglioramento dei fondi e degli impianti, a favore dei piccoli produttori”. Dopo aver accolto attentamente le istanze dei piccoli imprenditori agricoli sulla necessità di incidere su alcuni organi del settore che schiacciano soprattutto i produttori di Greco, quale il Consorzio di Tutela dei Vini Irpini, la Camera di Commercio, l’Ismecert, il consigliere regionale Sergio Nappi, si è impegnato a portare all’attenzione dell’assessore all’agricoltura della Regione Campania, Vito Amendolara, le problematiche degli agricoltori, ed in particolare della piccola areale di produzione “Greco di Tufo”. “La Regione – ha assicurato Nappi – può intervenire, solo con strumenti legali a quelle che sono le esigenze dell’economia di questo territorio.
La riduzione della produzione di uve docg “anime gemelle” non è auspicabile, sarebbe solo un grosso danno per la crescita del territorio. Occorre, invece, impegnarsi a ristabilire regole e strumenti giusti affinché il settore possa essere garantito da una chiara e leale legge di mercato. Tutte queste azioni – conclude Nappi – possono essere messe in atto solo se sul territorio si solidificano forme di associazionismo e di cooperazione tra gli imprenditori agricoli che parte dal basso. E su questo la Regione può dare un contributo concreto”.
La richiesta di maggiori controlli è venuta dal presidente della Cantina “Le Otto Terre”, Antonio Luce, che ha evidenziato “l’inspiegabile divario tra uve Greco di Tufo prodotte nell’areale del decreto e quantità di vino prodotto e distribuito sul mercato nazionale ed estero. Un’azione, questa, che a differenza delle altre – spiega Luce – potrebbe essere avviata subito ed eviterebbe l’immissione sul mercato di uve non prodotte nel piccolissimo territorio degli otto comuni”.

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