Cdi Calitri, il sindacato: situazione di stallo

Cdi Calitri, il sindacato: situazione di stallo
Alla C.D.I. di Calitri tutto tace. Dopo il nostro ultimo intervento stampa nel “lontano” 19 dicembre 2009, dove avevamo auspicato si aprisse un confronto serio e costruttivo sulle prospettive lavorative di 240 maestranze dello stabilimento C.D.I., nulla è stato fatto. Così in una nota I responabili…

Cdi Calitri, il sindacato: situazione di stallo

Alla C.D.I. di Calitri tutto tace. Dopo il nostro ultimo intervento stampa nel “lontano” 19 dicembre 2009, dove avevamo auspicato si aprisse un confronto serio e costruttivo sulle prospettive lavorative di 240 maestranze dello stabilimento C.D.I., nulla è stato fatto. Così in una nota I responabili FAILMS-CISAL Barrasso Giuseppe e Flammia Roberto. “Abbiamo atteso invano – continua la nota – anche l’incontro preannunciato a mezzo stampa dai vertici aziendali, dal dott. Lettieri, che doveva aver luogo entro il venticinque del mese corrente, e aveva come obiettivo la presentazione del piano di riconversione industriale. Si parlava tempo fa di investire in nuove tecnologie che riguardassero la produzione di batterie al litio e supercapacitori da inserire in campo automotive, ma a quanto sembra erano solo annunci infondati. Tante le promesse anche da esponenti politici di primo piano, il sindaco di Calitri, dott. Di Milia, aveva annunciato una serie di iniziative per risolvere il problema economico delle maestranze, rimasti ormai senza alcun sostentamento a partire dal 31 dicembre del 2009, incontri con banche, tavolo istituzionale contro la crisi del distretto tessile, sino ad oggi solo chiacchiere, parole vuote. Speriamo che la nostra drammatica situazione non venga ora strumentalizzata dai politici di turno ed utilizzata come volano nella prossima competizione elettorale. Ricordiamo alla comunità irpina che 240 famiglie sono ormai sul lastrico, ed ad oggi non hanno alcuna certezza sul loro futuro. Il 31 dicembre dello scorso anno è terminata la CIGS, siamo in attesa di una convocazione per discutere dell’approvazione della cassa integrazione straordinaria in deroga, ma l’iter burocratico si preannuncia alquanto lungo. L’azienda è in liquidazione e 240 famiglie sono allo sbando, non sappiamo più a chi rivolgerci per ottenere il minimo sostentamento economico necessario a sopravvivere fino all’attesa riconversione industriale. Stiamo parlando della scomparsa di 240 posti di lavoro nella nostra provincia, nel silenzio totale dei mezzi di comunicazione, del sindacato confederale, della politica. Dobbiamo anche noi salire sui tetti per attirare l’attenzione delle istituzioni e del presidente Sibilia? Quali inconsulti gesti dobbiamo mettere in pratica per spingere la direzione aziendale a dirci cosa vuole fare realmente? Avevamo fatto numerose proposte per risolvere il problema delle tante famiglie, come il versamento dell’anticipo del nostro TFR sino all’approvazione della cassa integrazione in deroga, ma nulla di tutto questo è stato accettato. Quanto è costato alla comunità un posto di lavoro alla C.D.I. di Calitri tenuto presenti i vari finanziamenti pubblici, e che per circa la metà della sua esistenza siamo stati in cassa integrazione ordinaria, straordinaria, in deroga alla legge e persino in mobilità. Quanti soldi pubblici sono stati spesi? Questo modello industriale di condivisione delle perdite e non degli utili non può funzionare e ne stiamo avendo la concreta dimostrazione. Oggi abbiamo chiesto un ulteriore incontro presso l’unione degli industriali di Avellino con la direzione aziendale per chiarire la situazione economica e occupazionale dell’azienda. Siamo stanchi di chiacchiere e sceneggiate, vogliamo dati certi e fatti concreti. Concludiamo facendo l’ennesimo appello alla politica, alle istituzioni, ai sindacati affinché si occupino della nostra vertenza mettendo in campo soluzioni valide per tutelare la dignità sociale di 240 famiglie irpine. Siamo pronti ad una prossima mobilitazione e invitiamo la gente di Calitri a non essere immobili, a non aspettare che il distretto industriale muoia nel completo disinteresse, a non seguire personaggi di ventura che cercano di evitare a tutti i costi di affrontare i problemi concreti”.

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