Cassaintegrazione, il rapporto della Uil

Cassaintegrazione, il rapporto della Uil

Con il XVI Rapporto UIL (Aprile 2010) sulla Cassa Integrazione ed il disagio occupazionale, il quadro del lavoro e soprattutto del “non lavoro” conosce solo tinte fosche. La crisi colpisce ancora ed è importante capirne sia i motivi che gli effetti. Il rapporto è “mensile” e, quindi, seguendo l’andamento si confermano tutte le preoccupazioni che emergevano già nel trimestre precedente.
“Siamo anche noi convinti – afferma il direttivo Uil di Avellino – che i due indici (la cassa integrazione e la disoccupazione), non possono essere statisticamente assimilabili ne, tanto meno, è corretto, politicamente, sommare i due dati.
Aprile 2010 è stato un mese di novità nella composizione del dato relativo alle ore autorizzate di cassa integrazione. Non tanto nel numero finale (115 Milioni di ore complessivamente autorizzate), seppur positivo con un meno 5,75% su Marzo, ma nella composizione, perché vi è una consistente riduzione della Cassa Ordinaria con 33 Milioni di ore autorizzate (meno 22,5%); di quella in Deroga con 25 Milioni di ore (meno 5,9%) che, per la prima volta, l’INPS fornisce con dati scorporati a livello regionale e provinciale come da noi, peraltro, più volte sollecitato; il tutto bilanciato però da un significativo aumento (più 8%) della Cassa Straordinaria (57 Milioni di ore) che indica, in linea generale, un acuirsi della crisi in imprese già in difficoltà.
Ciò che emerge dalla ricerca è il crescente “disagio occupazionale” in tutto il paese. Sempre prendendo i due indici (cassa integrazione e disoccupazione) vi sono oltre 2,8 Milioni di persone, lavoratrici e lavoratori, che esprimono, appunto, un disagio (2,2 Milioni di persone in cerca di occupazione e 679 Mila in cassa integrazione). Certamente il disagio è più drammatico per chi ha già perso un lavoro e non lo trova, per chi proprio non inizia a lavorare o, come spesso accade, svolge una attività in maniera saltuaria o irregolare. Non da meno, però, è il disagio che si manifesta nel caso di prolungata sospensione dal lavoro per crisi aziendale. Disagio materiale (vivere con un indennità di 800 euro per mesi non è facile), ma anche esistenziale per il timore di un futuro difficile. Anche in questo caso abbiamo più Italie: aree di disagio occupazionale da vera e propria emergenza che vede ben 9 Regioni al di sopra del tasso medio di disagio nazionale, quasi tutte concentrate nel Mezzogiorno tranne il Piemonte ed il Lazio, con picchi del 17,2% in Puglia e del 16,4% in Campania e Sicilia. I dati della provincia di Avellino non si sottraggono alle tristi medie nazionali. Raffrontando i dati di marzo e aprile 2010, l’aumento di ore di cassa integrazione ordinaria e in deroga hanno subito un aumento del 48%, passando dalle 838.187 di marzo a 1.241.747 di aprile. Confrontando, invece i dati di aprile 2009 e aprile 2010 la percentuale sale al 100%. Numeri che non possono essere ignorati, né sottovalutati. Stesso discorso, se non peggiore, per i dati sul disagio occupazionale Rispetto ai lavoratori risultati ocupati da gennaio 2010 il tasso di cassintegrati è del 7%. I lavoratori in cerca di occupazione sono invece ben 14.388 ad Aprile 2010. Incrociando i dati, dunque, il disagio occupazionale nella provincia di Avellino è del 13.4%, media tra le più alte d’Italia, con la Campania arriva al 16,4%”.
“E’ attraverso un’ennesima indagine – ha spiegato il segretario provinciale della Uil Franco De Feo – che il sindacato lancia il suo grido di allarme alla politica di questa provincia. I dati sono come sempre chiarissimi nel tracciare un percorso che non va, come tutti speravamo, verso un miglioramento. Le ore di cassa integrazione ordinaria e straordinaria rispetto alla scorsa primavera hanno subito un aumento del 100% e cosa ancora più grave la cassa integrazione straordinaria è in aumento, segno che le aziende sono in una crisi più profonda di quella ipotizzata. La nostra provincia ha un tasso di disagio lavorativo che sfiora il 15%, dato drammatico.
La politica, le istituzioni non possono continuare a tirare a campare – continua De Feo -, c’è bisogno di programmazione seria. Va percorsa anche, soprattutto nel Mezzogiorno, la coraggiosa strada della razionalizzazione delle risorse, nazionali ed europee, finalizzandole al sostegno, concreto e sostanzioso, alle imprese che assumono con contratti di lavoro, anche facilitati, ma stabili e duraturi.
Infine rimane il tema da noi sollecitato del reddito di chi, da troppo tempo, vive con poco più di 800 euro al mese perché in Cassa Integrazione. Vanno trovati e resi fruibili gli strumenti che consentano di aiutare queste persone, con interventi di Welfare come sta avvenendo in molti Comuni, ed innalzando direttamente la stessa indennità che essi percepiscono. Aspettiamo segnali positivi da parte della Regione Campania, da una parte garantendo, d’intesa con il Governo Berlusconi, l’utilizzo dei fondi FAS e dall’altra recuperando e finanziando i progetti portanti per lo sviluppo (accantonati nella prima graduatoria del nucleo di valutazione). Si esce dalla crisi rilanciando gli investimenti per dotare la nostra provincia di infrastrutture materiali per la mobilità di uomini, mezzi e produzioni e di infrastrutture immateriali di modernizzazione dei servizi a favore delle Imprese e delle aree industriali della provincia”.

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