Irisbus, Pd interroga Governo. Bruno: “Responsabilità nazionale”

L’On. Andrea Lulli, Capogruppo del Partito Democratico in Commissione Attività Produttive, alla Camera dei Deputati, nella giornata di ieri, ha presentato, interrogando il governo, il testo in difesa dello stabilimento Irisbus Valle Ufita. In queste ore, un testo analogo sarà presentato, al Senato, anche qui in Commissione Attività Produttive.
INTERROGAZIONE A RISPOSTA IN COMMISSIONE
LULLI. – Al Ministro dello sviluppo economico.
Per sapere – premesso che:
in data 8 luglio IVECO Spa, società del gruppo FIAT Industrial, ha inviato alle RSU di IRISBUS ITALIA S.p.A., Stabilimento di Flumeri, in provincia di Avellino, una lettera nella quale comunicava che IRISBUS intende trasferire a ITALA S.p.A. il ramo d’azienda costituito dallo Stabilimento di Valle Ufita e che nel contempo ITALA S.p.A. ha intenzione di ricevere il suddetto ramo d’azienda;
l’effetto del trasferimento è previsto per il 1° ottobre 2011, in relazione al perfezionamento, da parte degli organi societari competenti, degli atti necessari e di ogni correlato adempimento;
per il predetto trasferimento IVECO Spa ha addotto le seguenti motivazioni:
– la produzione dello stabilimento di Valle Ufita, è destinata principalmente al mercato italiano di autobus urbani e, in misura minore, alla produzione di granturismo, con l’acquisizione di commesse attraverso la partecipazione e l’aggiudicazione di gare d’appalto di forniture indette dalle Aziende di Trasporto Pubblico;
– il mercato degli autobus in Italia continuerebbe a essere pesantemente colpito da una grave crisi che ha visto ridursi drasticamente le immatricolazioni nel corso degli ultimi anni, passando da 1.444 unità del 2006 alle 1.113 del 2010 e alle 291 assegnate nell’anno in corso; – nello stesso periodo la produzione complessiva dello stabilimento di Valle Ufita è scesa da 717 autobus nel 2006, a 472 nel 2010, mentre nei primi sei mesi dell’anno in corso, sarebbero arrivata a 145 autobus;
– le previsioni per il medio periodo continuerebbero a evidenziare un trend di forte contrazione della domanda e, al momento, non sarebbe ipotizzabile una ripresa con volumi produttivi che giustifichino, da un punto di vista industriale, la continuità del sito produttivo;
secondo IVECO Spa, il trasferimento e la cessione dello stabilimento di Valle Ufita, a una società che opera anche nell’ambito di una diversa area di business, sarebbe l’unica soluzione possibile per la continuità del sito produttivo;
il personale dipendente interessato al trasferimento è costituito da 1 dirigente, 123 impiegati e quadri e 561 operai;
IVECO ha comunicato altresì che il personale che risulterà dipendente di IRISBUS al momento del trasferimento del ramo d’azienda, proseguirà, senza soluzione di continuità la propria attività con ITALA S.p.A.;
dopo il taglio del personale, passato da 1.400 a 700 addetti, due terzi dei quali sono in cassa integrazione da mesi, Fiat passa direttamente alla chiusura dello stabilimento;
la cessione dello stabilimento, a “Itala spa” del gruppo “DR motor” oltre che preoccupazione per le sorti degli oltre settecento dipendenti e, complessivamente, per l’intero indotto, segna, drammaticamente, l’uscita di Fiat in Italia, dalle produzioni per il trasporto pubblico;
le strategie di DR Automobiles Groupe sono soprattutto orientate alla produzione di auto e soltanto marginalmente a quella di autobus gran turismo e componentistica per Suv, pertanto lo stabilimento irpino dovrebbe subire una profonda ristrutturazione degli impianti, testati oggi per una produzione fino a mille autobus in un anno;
dopo aver ottenuto accordi capestro accompagnati da proclami di sviluppo e investimenti, l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, chiude dopo Termini Imerese e Imola anche l’unico stabilimento che produce autobus in Italia;
la decisione unilaterale di Fiat, tra l’altro, arriva proprio mentre i sindacati stavano per avviare con la Regione un programma per l’ammodernamento del parco autobus delle aziende regionali che avrebbe garantito alla fabbrica di Flumeri commesse per cento milioni di euro;
la chiusura dello stabilimento di Flumeri esaspera le tensioni sociali e incrina, ulteriormente, i rapporti con le parti sociali, determinando un vero e proprio terremoto sociale nella Valle Ufita e, più in generale, nella provincia di Avellino;
in Italia, gli autobus del trasporto pubblico che continuano a circolare pur non essendo a norma rispetto gli standard di legge in materia di emissioni inquinanti e di ammodernamento del parco macchine delle società di trasporto, sono almeno ventimila;
manca con tutta evidenza una politica industriale nel settore del trasporto pubblico, falcidiato dai ripetuti tagli agli investimenti:-
quali misure urgenti intenda assumere per garantire la continuità della produzione di autobus e i posti di lavoro nello stabilimento IRISBUS di Flumeri;
se non ritenga strategico predisporre un piano nazionale del trasporto pubblico, che valorizzi il sistema industriale nazionale di produzione stimolando innovazione di prodotto e sostenibilità nella propulsione dei motori;
se non ritenga necessario destinare una parte dei FAS a tali progetti;
se ritenga di dover convocare a un tavolo nazionale, i vertici della Fiat, per conoscere le sorti dello stabilimento Irisbus di Flumeri;
se ritenga urgente verificare le reali intenzioni del gruppo FIAT riguardo agli impegni assunti il 13 febbraio scorso nell’incontro tra Fiat Group e il Governo, nel corso del quale i vertici dell’azienda si erano impegnati a investire 20 miliardi di euro in Italia e di proseguire negli obiettivi di sviluppo che prevedevano la crescita della produzione nel nostro Paese da 650 mila a 1 milione e 400 mila auto.

“Per la soluzione della vertenza Irisbus abbiamo bisogno, all’interno del percorso che, a Roma, mercoledì scorso, si è determinato che, effettivamente, trovino riscontro positivo alcuni passaggi a cominciare dalla definizione di un Piano nazionale per il trasporto pubblico urbano assieme a tutti i soggetti istituzionali competenti – Conferenza Stato-Regioni e Ministeri di Infrastrutture, Ambiente e Sviluppo economico”. Così l’esponente del Partito Democratico Generoso Bruno.
“Occorre, in queste settimane, che sia messa a valore, dalla politica, la decisione della Fiat di sospendere, “di congelare” si è detto l’altro giorno a Roma, la decisione relativa alla cessione dello stabilimento Irisbus in Valle Ufita. Occorre, in questo quadro, che il governo faccia le giuste scelte di politica industriale affinché il gruppo del Lingotto invece di chiudere un altro stabilimento, quello di Flumeri sarebbe il terzo, riesca, comunque, a garantirne lo sviluppo.
C’è bisogno di un governo capace, all’interno di questa crisi, di assumere, contrariamente a quanto fatto sin’ora, in decine di vertenze industriali, un ruolo che sia effettivamente di “responsabilità nazionale”. Abbiamo bisogno di un governo che dica cose diverse da quelle già dette, sempre con Fiat, sulla vicenda di Termini Imerese. E’ nell’interesse del Paese – conclude Bruno – che la produzione di autobus urbani non lasci l’Italia ed è sempre nell’interesse nazionale che Fiat non abbandoni, progressivamente, il Mezzogiorno”.

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