I commercialisti utili al paese: la nota di Cogliani

I commercialisti utili al paese: la nota di Cogliani

Intervento dott.ssa Maria Gabriella Cogliani 1° Presidende dell’ODCEC di Avellino e 1° Presidente donna della Campania:
“Il DLgs. 28/10 rappresenta una grande opportunità per i professionisti impegnati nella risoluzione alternativa delle controversie. A partire dal 21 marzo 2011, il tentativo di conciliazione diviene obbligatorio per le materie indicate all’art.5 del citato decreto, quali : condominio, diritti reali, divisione, successioni ereditarie, patti di famiglia, locazione, comodato, affitto di azienda, risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti, risarcimento del danno derivante da responsabilità medica, risarcimento del danno derivante da diffamazione a mezzo stampa o altro mezzo di pubblicità, contratti assicurativi, bancari e finanziari. Allo stato attuale si può già proporre questo innovativo metodo di risoluzione dei conflitti per tutte le controversie in materia civile e commerciale che riguardino diritti disponibili. Esiste inoltre la possibilità che il giudice, valutando la natura della causa, lo stato dell’istruzione e il comportamento delle parti, inviti le stesse a procedere alla mediazione, finanche nel giudizio di appello. Il decreto in esame introduce delle novità che fanno presagire l’inizio di un importante e produttivo miglioramento per il sistema Italia. I vantaggi della mediazione sono ormai noti: è una procedura snella e priva di formalismi, potendo le diverse fasi dell’incontro essere adattate al caso specifico in base a criteri di ragionevolezza e opportunità ed inoltre garantisce la riservatezza in merito alle dichiarazioni rese e alle informazioni acquisite durante il procedimento. E’ anche previsto che rispetto alle dichiarazioni ed informazioni acquisite nel corso delle sessioni separate e salvo consenso della parte dichiarante o dalla quale provengono le informazioni, il mediatore sia tenuto altresì alla riservatezza nei confronti delle altre parti. Gli interlocutori in un simile contesto hanno un ruolo di primo piano, avendo la possibilità di partecipare attivamente a tutta la procedura e soprattutto di conservare il loro potere decisionale, a meno che non ritengano opportuno l’intervento valutativo del mediatore. Tra le novità più rilevanti introdotte dalla nuova normativa inoltre rientrano i numerosi incentivi che il Legislatore ha inteso riconoscere a coloro i quali usufruiscono di tale strumento, come l’esenzione dall’imposta di bollo e da ogni tassa per tutti gli atti, documenti, provvedimenti e dall’imposta di registro del verbale d’accordo fino a un valore di 50.000 euro ed un credito di imposta alle parti che corrispondono l’indennità prevista fino a concorrenza di 500 euro.
Esistono altresì una serie di meccanismi legati alle spese del processo eventualmente instaurato dopo l’insuccesso della mediazione che scoraggiano invece coloro i quali non si sono rivelati cooperativi. La parte che ha rifiutato la proposta di conciliazione infatti può vedersi addebitare le spese processuali, anche se vittoriosa, quando vi sia una coincidenza tra il contenuto della proposta e il provvedimento che definisce il giudizio. E’ questa l’evidente riprova che l’atteggiamento da essa tenuto nel corso della mediazione è stato ispirato a scarsa serietà e che la giurisdizione è stata impegnata per un risultato che il procedimento di mediazione avrebbe permesso di raggiungere in tempi molto più rapidi e in maniera meno dispendiosa. Alla luce di tali premesse, considerato il particolare favor del Legislatore, sembrano essere presenti tutti i presupposti per una concreta rivoluzione culturale. La mediazione infatti si propone di diffondere una cultura rivolta alla costruzione del consenso condiviso, fondato sia sulla ricerca di una risoluzione creativa e soddisfacente dei problemi sia sulla costruzione di una relazione stabile nel tempo.
L’Ordine dei Commercialisti e degli Esperti Contabili di Avellino, ha mostrato sempre particolare entusiasmo per questo sistema risolutivo delle controversie, considerandolo una valida opportunità al giudizio ordinario contribuendo alla formazione dei collegi commercialisti in modo da sviluppare la cultura della mediazione, preziosa sia come opportunità professionale che come impegno sociale per contribuire a risolvere il problema della giustizia in Italia.
Sfruttando al massimo le potenzialità di questa nuova riforma, ha intrapreso altresì una serie di iniziative che valorizzano la figura del dottore commercialista, unendo i vantaggi della cultura improntata al problem solving ad una formazione di eccellenza nelle materie di negoziazione e mediazione, ed elaborando una serie di progetti che vedono il mediatore-commercialista impegnato non solo nei settori richiesti dalla normativa, ma anche nei più diversi campi del sociale. L’Ordine , si propone di creare una serie di convenzioni strategiche che mettano insieme le possibili sinergie tra varie autorità pubbliche locali per creare una struttura che consenta:
(1) Di porsi come Ente che garantisce la terzietà ed imparzialità in ogni fase della mediazione, di divulgare la cultura della mediazione e della non violenza nelle scuole, nei Comuni e/o nelle strutture ritenute idonee;
(2) offrire servizi di mediazione sociale presso tutti i Municipi e/o presso altre sedi pubbliche ritenute idonee anch’esse;
(3) Promuovere la cultura della mediazione tra gli utenti in modo che possano percepire senza le “comuni distorsioni” le potenzialità di pacifica e fruttuosa convivenza offerte dalle soluzioni condivise;

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