Fiat, D’Andrea: “Sono solidale con gli operai”

“Viviamo per davvero un tempo ove il dato preminente si coglie nella confusione” – queste le parole di Aldo D’Andrea, coordinatore de “I Resistenti, con il Sud” sulla questione Fiat. “Certezze scadute – continua il coordinatore – nel vortice del vuoto che appare avanti a noi, predispongono ad una sorta di insicurezza costante; bisogna far argine ed evitare momenti di disperazione. Non sto esagerando, tutt’altro. L’arretramento del sistema Paese, in termini sociali e di economia, sta colpendo duramente il lavoro e la dignità ad esso collegato. Narrano di una disoccupazione giovanile che sfiora il 30% complessivo, ma che naturalmente al Sud va ben al di là, e di un aumento della disoccupazione; questa nostra inadeguata via italiana scelta per contrasto al declino evidente dell’Italia, ripercorre sentieri ottocenteschi e rispolvera smanie da antiche prepotenze per il fine della sottrazioni di diritti, e con metodi minacciosi e di ricatti. Il ricorso alla squallida competitività proletaria nel mondo globale pare essere la sanzione costantemente evocata e da infliggere, consapevoli del loro limite nell’impegnarsi a competere su livelli più alti, cioè sulla ricerca e sulla innovazione: esempio dell’inadeguatezza e dell’incapacità di questa classe dirigente, politica ed industriale, di dar vita ad una strategia di produzione capace di reggere alle regole della globalizzazione. Alla attuale globalizzazione dei capitali, generatrice della grande crisi finanziaria che viviamo, non è seguita quella dei diritti; perciò occorre il ricambio profondo della nostra classe dirigente che non ha saputo sufficientemente riflettere e prepararsi alle sfide cui la modernità ci costringe. Questo arretrato modello di lavoro – continua D’Andrea – riproposto dalla FIAT, con l’avallo colpevole del Governo, stride violentemente con quello tedesco della co-gestione, o con quello americano, che poggia sulla partecipazione delle maestranze, attraverso il ricorso a capitali propri, per strategie industriali da concertare; qui da noi, è in corso un’opera delicata di fascistizzazione, che rivela le tendenze culturali dei nostri governanti, o di almeno gran parte di essi, e che ci rituffa in periodi indesiderati, definibili squinternati se confrontati con quelli del resto d’Europa e dell’Occidente. Dò la mia solidarietà agli operai FIAT – conclude il coordinatore de I Resistenti, con il Sud – sia che abbiano votato sì, sia che abbiano votato no; però questa classe politica non può limitarsi a questo, o ad altre azioni a “gratis”; occorre studiare e proporre nuovi termini, al passo con i tempi, che consentano maggiori guadagni e maggiore dignità. Infine, con preoccupazione riferisco di un “murales” intelligente scritto in ambiente universitario: “la rabbia è l’unica energia rinnovabile”. Cambiamo classe dirigente!”

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