-50% di Imu per i terreni agricoli, De Simone: “Serve una legge”

Sulle modifiche riguardanti l’applicazione dell’Imu per i terreni agricoli la Coldiretti di Avellino auspica il rispetto degli impegni assunti dal Governo al Tavolo istituzionale con le Organizzazioni Agricole. “A livello locale – afferma Marcello De Simone direttore della Coldiretti di Avellino – è auspicabile da parte dei Comuni un pronto accoglimento della richiesta fatta da Coldiretti di ridurre del 50% la loro quota di Imu, soprattutto per quegli agricoltori professionali che coltivano direttamente il fondo”. L’auspicio è che le conclusioni condivise al tavolo fiscale tra organizzazioni agricole e Governo, presieduto dal Sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani, si traducano in norme di legge.
Coldiretti ha anche contestato al Governo le cifre dello studio del Ministero delle Finanze sull’impatto dell’Imu nel settore agricolo che prevedevano un extragettito stimato di 224 milioni di euro, basandolo su dati parziali relativi al numero di case e fabbricati adibiti a funzioni produttive connesse con l’attività agricola, non includendovi le entrate derivanti dalle abitazioni e dai fabbricati rurali sia ad uso abitativo che strumentale.
Nei giorni scorsi la Coldiretti nazionale a più riprese è tornata sull’argomento rilevando che l’Imu così come proposta dal Governo avrebbe colpito pesantemente i terreni agricoli e i fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili, fino alle strutture ed ai capannoni per il ricovero dei mezzi e delle attrezzature, tassando di fatto quelli che sono, a tutti gli effetti, fattori di produzione per le imprese agricole. “Il settore agricolo, oltre a vivere una stagione di difficoltà per i prezzi di vendita dei prodotti e per il continuo aumento dei costi di produzione – evidenzia il presidente di Coldiretti Avellino Francesco Vigorita – si trova a dover fare i conti con una manovra doppiamente gravosa. Infatti gli imprenditori scontano, oltre alla “patrimoniale agricola” con l’Imu, tutti gli aumenti previsti per i cittadini, dall’Iva alle accise sui carburanti, alla contribuzione previdenziale”.

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