I versi irrompono in città grazie al Movimento per l’emancipazione della poesia

“Tra tanti fichi secchi un po’ di poesia ci sta bene!”. Diceva così Totò nella scena finale de Un Turco napoletano. Non è dato sapere se il principe della risata sia stato involontario ispiratore del ‘Movimento per l’emancipazione della poesia’ fatto sta però che l’idea sembra la stessa: nelle nostre città, sui muri anneriti dallo smog, un po’ di poesia ci sta bene. Ed anche Solofra, nel suo piccolo, ha voluto dare il suo contributo.

In piazza Mercato, in località Sorbo, nottetempo, un muro spoglio è stato reso bello da un verso poetico: “Una città di vetro/Che riflette troppa luce/E si rompe troppo in fretta”.

Versi riportati su fogli A4 bianchi. La firma: C.08. Il Movimento per l’Emancipazione della Poesia, fondato a Firenze nel marzo 2010, impone infatti l’anonimato ai suoi autori. E questo per mettere in primo piano la poesia più che gli autori. L’obiettivo del Movimento: infondere nuovamente nelle persone interesse e rispetto per la poesia intesa nelle sue differenti forme. Insomma la poesia non deve essere di un’élite, ma fluttuare nell’aria per chi sa ascoltarla

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