
Lo scontro Irpiniambiente -De Vizia finisce in Procura. Alla fine il Presidente della Provincia di Avellino, Rino Buonopane, come aveva annunciato nei giorni scorsi, in Procura ci è andato davvero, dopo la lettera inviata a Palazzo Caracciolo da parte della De Vizia sulla questione IrpiniAmbiente.
Nella mattinata di oggi, il Presidente della Provincia sarebbe stato infatti in Tribunale e avrebbe formalizzato, a quanto pare direttamente al Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, la sua denuncia relativa alla vicenda per chiarire eventuali profili di criticità nella vicenda.
L’iniziativa giudiziaria arriva dopo l’invio di una lettera da parte della De Vizia a Palazzo Caracciolo, sede dell’amministrazione provinciale, in merito alla gestione del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Nella missiva indirizzata al presidente Buonopane e agli organi di controllo, la De Vizia ha sollevato dubbi sulla sostenibilità economica di Irpiniambiente.Tra le criticità evidenziate dall’ufficio affari legali emergerebbero “disordine gestionale e contabile, oltre a un’esposizione finanziaria preoccupante con perdite superiori ai 4 milioni di euro nel 2022, l’assenza di fondi adeguati per la svalutazione crediti e fatturazioni ai Comuni superiori ai PEF approvati, la mancata asseverazione del Piano Economico-Finanziario e la discrepanza tra il piano industriale di Irpiniambiente e quello dell’Ente d’Ambito”.
Di fronte a questo scenario, la De Vizia Transfer ha chiesto alla Provincia di Avellino di fare chiarezza sul rispetto degli obblighi normativi e sulla presenza di strumenti per prevenire il rischio di crisi aziendale. In assenza di risposte adeguate, la società aveva annunciato l’intenzione di rivolgersi alle autorità competenti, tra cui magistratura contabile, civile e penale, ANAC e Antitrust.
«Una entrata a gamba tesa» aveva commentato così il documento Buonopane con i cronisti convocati giovedì pomeriggio presso l’ufficio di presidenza. «Un fatto grave e inaccettabile, perché non proviene da un ente preposto alla vigilanza, ma da un’azienda privata che tenta di interferire in un processo amministrativo del tutto legittimo».