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Ruba gasolio da camion, arrestato 29enne |
Ruba gasolio da camion, arrestato 29enne
Ruba svariati litri di gasolio, per un valore totale di circa 200 euro, trafugandoli dai camion della nettezza urbana parcheggiati all’interno della società di raccolta dei rifiuti Irpinia Recuperi di via Tufarole. I carabinieri della Stazione di Atripalda hanno tratto in arresto un 29enne di Arcella di Montefredane, ritenuto responsabile del furto. Il fatto sarebbe accaduto nel corso della notte appena trascorsa ma la scoperta è avvenuta solo alle 07,00 di questa mattina, quando i proprietari dell’Irpinia Recuperi, all’apertura dell’azienda, si sono avveduti che i camion della raccolta dell’immondizia avevano tutti quanti il tappo del serbatoio forzato e che era stata asportata tutta la nafta in essa contenuta. Fortunatamente però, il titolare dell’azienda, ieri sera, nel chiudere i cancelli e fare il solito giro d’ispezione esterno, si era accorto della presenza di un piccolo Van, una Fiat per la precisione, mai vista prima e parcheggiata nei pressi dello stabilimento. L’uomo ha subito pensato si trattasse di una delle solite coppiette, ma ad ogni buon conto ha preferito segnarsi il numero di targa del van. Proprio sulla scorta di quel numero di targa, i carabinieri di Atripalda sono risaliti al nominativo del ragazzo di Arcella e, durante la perquisizione domiciliare condotta pressa la sua abitazione, l’hanno trovato ancora odorante di nafta e con 150 litri di gasolio nel garage, suddiviso in taniche da 25 litri l’una. Il ragazzo ha subito confessato il gesto, che gli è costato ben 3 viaggi da Atripalda ad Arcella, ed è stato proprio lui stesso ad indicare ai militari operanti ove si trovavano le taniche contenenti il combustibile asportato e le modalità con cui aveva compiuto il gesto. Tratto in arresto, il ragazzo dovrà ora rimanere a disposizione della magistratura irpina nelle camere di sicurezza del Comando Compagnia di Avellino, per essere poi accompagnato, nella mattinata di domani, davanti al giudice per rispondere del suo gesto nel corso del giudizio per direttissima.
