“Non andava arrestato”, Cassazione scarcera Milanese

Marco Milanese, ex consigliere politico di Giulio Tremonti, deve essere immediatamente scarcerato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per il Mose. Lo ha deciso la Cassazione riqualificando a carico di Milanese, difeso dall’avvocato Bruno Larosa e Franco Coppi, l’accusa di corruzione in quella più ‘leggera’ di millantato credito. In particolare, la Sesta sezione penale della Cassazione – presidente Antonio Agrò, relatore Tito Garribba – nei confronti di Milanese, detenuto nel carcere di San…

Marco Milanese, ex consigliere politico di Giulio Tremonti, deve essere immediatamente scarcerato nell’ambito dell’inchiesta sulle tangenti per il Mose. Lo ha deciso la Cassazione riqualificando a carico di Milanese, difeso dall’avvocato Bruno Larosa e Franco Coppi, l’accusa di corruzione in quella più ‘leggera’ di millantato credito. In particolare, la Sesta sezione penale della Cassazione – presidente Antonio Agrò, relatore Tito Garribba – nei confronti di Milanese, detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (Caserta), ha “riqualificato il fatto come reato previsto dall’art. 346 bis codice penale e annullato senza rinvio l’ordinanza impugnata nonchè quella del 20 luglio scorso del gip del tribunale di Milano e ordina l’immediata scarcerazione del Milanese se non detenuto per altra causa”. L’ordinanza impugnata – cioè il provvedimento contro il quale hanno fatto ricorso alla Suprema Corte i legali di Milanese, avvocati Larosa e Coppi – era stata emessa lo scorso quattro agosto dal tribunale della libertà di Milano a conferma di quella del gip. Il filone di inchiesta è quello veneziano relativo alle tangenti per il Mose e la competenza, per Milanese, era passata a Milano per un presunto giro di mazzette che sarebbe avvenuto nel capoluogo lombardo, ma questa accusa non ha trovato conferma presso la Suprema Corte.

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