Pugliese si difende: “Condannato per un caso di omonimia”

“In riferimento alle notizie riportate su alcuni organi di informazione, relative alla sentenza emessa nei miei confronti dal Tribunale di Ivrea (TO) inerente il processo Oliit, preciso quanto segue: Questa sentenza è la prova che, in Italia, un semplice caso di omonimia può far scaturire ipotesi fantasiose che portano addirittura ad una condanna, anche se solo in primo grado. Voglio sottolineare che questo processo mi vede coinvolto in modo assurdo”. E’ quanto afferma in una nota Massimo Pugliese.
“Il tutto, nei miei confronti, nasce da una perizia di parte emessa da un “professionista” (verso il quale i miei legali stanno già lavorando per presentare una querela) per conto della Procura della Repubblica di Ivrea (TO). Ebbene, tale perizia risulta essere per alcuni punti, oltre che erronea, totalmente falsa ed in particolar modo, per quello che mi riguarda, quando un semplice caso di omonimia (Pugliese), tal Francesco Pugliese (non solo non mio parente ma a me totalmente sconosciuto) viene indicato come mio parente. Infatti, la perizia di parte recita testualmente quanto segue: “Le ultime affermazioni parrebbero però essere in contrasto con le persone che hanno formalmente la direzione della MCB Inc., posto che nella controllante della 3l Trading Srl, oltre al sig. Broder Max, figura anche il sig. Francesco Pugliese, parente del sig. Massimo Pugliese”.
Altra cosa strana di questa sentenza è che, nonostante la condanna inflittami, i giudici solo nei confronti della mia persona non hanno concesso la provvisionale, così come richiesta dalle parti civili, concedendola, invece, agli altri condannati.
Questo fatto, fa pensare che sia stata emessa una condanna, di primo grado, dove i giudici abbiano adottato un comportamento di cerchiobottismo nei miei confronti emettendo una condanna senza concedere la provvisionale. Avverso tale assurda sentenza presenteremo, – conclude Pugliese – appena verranno rese note le motivazioni, immediato appello confidando totalmente nella giustizia attraverso i prossimi gradi di giudizio che mi vedranno di sicuro scagionato”.

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