Processo Aste Ok, scontro in aula sulle intercettazioni e le trascrizioni

Tribunale di Avellino

Aste Ok, nuova udienza, oggi, presso il tribunale di Avellino per il processo nato dall’inchiesta del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino e il Nucleo Pef delle Fiamme Gialle di Napoli che hanno indagato su questo nuovo filone d’illeciti che vede protagonista il Clan Partenio.

Dinanzi al collegio presieduto dal giudice Roberto Melone, a latere Vincenzo Cozzino e Gilda Zarrella, è ripreso il controesame del maresciallo del Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Avellino. Il primo a porre domande è stato l’avvocato Gaetano Aufiero, nella sua qualità di difensore di fiducia di Nicola Galdieri.  In aula  il maresciallo chiariva ancora una volta le tempistiche dell’indagine, specificando che  si erano  concluse nel primo semestre del 2021. Tutte le attività d’indagine sul Nuovo Clan Partenio, quindi, iniziano nel 2014 e terminano nel 2021, ma l’informativa finale veniva depositata nel 2020. Per quanto riguarda le intercettazioni, invece, il militare chiariva di non essere stato lui a trascriverle, ma di averne ascoltate una buona parte e confermava che buona parte  delle trascrizioni coincidevano.

Ma l’avvocato Aufiero contestava che, da alcune intercettazioni, che riguardavano Pasquale Galdieri e Pagano Beniamino, non ci fosse fedeltà nelle trascrizioni . Veniva verbalizzata la parola “cocaina”, mentre a seguito di analisi peritale  emergeva che la parola adoperata dai  due imputati – era “guagliona”.

Altra contestazione, ancora, era per la trascrizione del nome della moglie di uno degli imputati che, secondo le indagini degli investigatori, avrebbe dovuto ricevere del denaro. Stando a quanto riferisce il penalista, il nome che effettivamente emergeva dalle intercettazioni non è quello verbalizzato, bensì la sua versione maschile. “A fronte di determinate risposte che sconfessano l’analisi peritale della trascrizione, già all’esito di questa udienza, il Tribunale dovrà prendere provvedimenti”, la richiesta al collegio  del penalista Aufiero.

Per quanto riguarda le intercettazioni sulle aste – stando a quanto appreso dalle evidenze investigative – l’interesse dei Galdieri emerge nel dicembre 2018 e si protrae fino all’aprile/maggio 2019. Nell’ottobre 2019, poi, si è concretizzato l’arresto. In questo arco di tempo, il maresciallo ha confermato di non aver fatto una valutazione a ritroso sul precedente interesse da parte dei Galdieri. In seguito, poi, all’interno di una intercettazione tra Pagano Beniamino e Pasquale Galdieri, in cui le trascrizioni degli investigatori affermano si stesse discutendo di proiettili, l’avvocato Aufiero contestava che la parola “proiettili” non è mai emersa. Il maresciallo, poi, ha sottolineato che – oltre alle 13 aste presenti nel capo d’imputazione – gli investigatori hanno riscontrato la presenza anche di altre aste turbate dagli imputati.

Successivamente, iniziava il controesame dell’avvocato Alberico Villani, difensore di fiducia di Armando Aprile. Per le domande del penalista, il maresciallo spiegava che il nome di Armando Aprile emergeva per la prima volta in una intercettazione del febbraio 2019. Una intercettazione ambientale avvenuta all’interno di una Smart. Le intercettazioni degli investigatori,  fornivano un quadro preciso di chi fosse Armando Aprile e del suo rapporto con Livia Forte: erano soci in questa attività di natura immobiliare. Il maresciallo riferisce che, nel corso delle indagini, Armando Aprile non ha avuto contatti diretti con gli altri imputati ma che, nel corso di numerose intercettazioni, ma  viene sottolineata la vicinanza con Nicola Galdieri, le discussioni con Livia Forte e anche il fatto che fosse stata pattuita una percentuale. La prossima udienza  è stata  fissata il prossimo 5 maggio.

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