Prima comunione negata, don Rocco si difende

Prima comunione negata, don Rocco si difende
“E’ una storia che si ripete, il solito polverone che copre i fatti veri e ne presenta altri del tutto inventati”. Don Rocco Mansueto, il parroco di Melito Irpino non parla di buon grado della vicenda che lo vede di nuovo protagonista, a distanza di qualche anno, per aver negato la comunione ad una …

Prima comunione negata, don Rocco si difende

“E’ una storia che si ripete, il solito polverone che copre i fatti veri e ne presenta altri del tutto inventati”. Don Rocco Mansueto, il parroco di Melito Irpino non parla di buon grado della vicenda che lo vede di nuovo protagonista, a distanza di qualche anno, per aver negato la comunione ad una bambina di dieci anni affetta da un leggero deficit mentale e con problemi all’udito. Secondo i genitori, Renato e Silvana Di Flumeri, il sacerdote ha invece negato il sacramento alla loro bambina, che frequenta regolarmente la quinta elementare nella scuola del paese, proprio in quanto affetta da disabilità e, con questa convinzione, hanno dato mandato ad un avvocato per denunciare una decisione gravemente discriminatoria e aprticolarmente crudele. “Non è nelle condizioni di poter ricevere il sacramento”, aveva detto ai genitori il parroco che da decenni guida la parrocchia del piccolo centro della Valle dell’Ufita ma la disabilità della bambina non sarebbe la ragione del rifiuto. “I sacramenti, a cominciare dall’eucarestia -spiega don Rocco Mansueto mentre divampano le polemiche- non vengono e non possono essere negati in ragione della condizione fisica e mentale dei fedeli ma impongono, a quanti intendono accostarsi e riceverli una sufficiente consapevolezza”. Il sacerdote ha spiegato le ragioni della sua decisione anche al vescovo della diocesi di Ariano Irpino, monsignor Giovanni D’Alise, con il quale stamattina ha avuto un lungo colloquio telefonico ricevendo comprensione e solidarietà. “La mia intenzione è quella di aiutare la bambina e i genitori: da tempo li sollecito a frequentare la parrocchia, a partecipare ai corsi preparatori del catechismo ma non si sono mai fatti vedere,. Ho deciso così di mandare loro un segnale che faccia riconsiderare il loro comportamento: non c’è alcun tentativo discriminatorio, più semplicemnete anche questa famiglia, al pari delle altre della nostra comunità, deve sentirsi impegnata in un cammino che, liberamente scelto, impone la cristiana consaopevolezza e la dovuta considerazione dei sacramenti”. I genitori della bambina non concordano però con il parroco, protagonista negli anni scorsi di una vicenda analoga nella quale la comunione venne rifiutata ad un altro bambino affetto da gravi disabilità, e il loro disappunto è aumentato quando don Rocco ha negato il nulla-osta per far celebrare la funzione in una chiesa di un paese vicino: per questo, si erano detti disponibili i frati Mercedari del santuario di Carpignano, a Grottaminarda, ma don Rocco è stato irremovibile: niente permesso fino a quando la famiglia, insieme alla bambina, non saranno pronti per ricevere il sacramento, dopo cioè aver frequentato il corso di catechismo. L’avvocato chiamato dalla famiglia Di Flumeri sta studiando le possibili azioni legali che sembrano però non spaventare il sacerdote finito nella polemica che sta divampando e dividendo la piccola comunità di Melito Irpino. “E’ il solito polverone mediatico- dice don Rocco- al quale si sta prestando anche questo avvocato ingaggiato dalla famiglia: se correttamente mi avesse interpellato, gli avrei spiegato come stanno le cose. Facciano pure”.

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