Paternopoli, fondi post-sisma: tutti assolti

CRONACA PATERNOPOLI – Alla fine tutti assolti. Alla sbarra era finito l’intero consiglio comunale di Paternopoli, quello in carica nell’ottobre del 2006, a partire dal sindaco Duilio Raffaele Barbieri. Tutti accusati di aver stilato irregolarmente la graduatoria dei beneficiari dei contributi per la ricostruzione (sì, ancora la famosa ricostruzione del dopo terremoto del 1980). A fare ricorso era stata una signora del posto che si era vista inserire in una posizione troppo bassa, tanto che non era riuscita ad ottenere nemmeno un euro di contributo: tutto il milione concesso dal Cipe al comune di Paternopoli era stato esaurito per i primi dieci in graduatoria (100mila euro a testa circa). Dalla denuncia della signora erano partite prime le indagini, concluse nel 2012, e poi la richiesta (accettata dal gip) del rinvio a giudizio. Alla sbarra, dicevamo, il sindaco Barbieri e tutti i consiglieri comunali dell’epoca (tutti tranne uno, che in occasione dell’approvazione di quella graduatoria a verbale fece mettere la sua contrarietà). Il piemme, nelle accuse contestate agli amministratori comunali e agli altri consiglieri, contestava l’approvazione di quella graduatoria perché non avvenuta secondo i criteri stabiliti dalla legge. Il folto gruppo degli avvocati difensori, tra i quali l’avvocato Giuseppe Liccardo per il sindaco Barbieri e per il vicesindaco Giovanni Storti, ha dimostrato invece in aula che l’intero iter seguito per l’approvazione di quella graduatoria era stato seguito (rispettando la legge 219 del 1981 e tutte le successive leggi sui contributi) e inoltre hanno fatto notare un particolare significativo: l’aver rinviato a giudizio l’intero consiglio comunale significa che quella graduatoria venne approvata con i voti sia della maggioranza che dell’opposizione. In genere se un amministratore comunale vuole “pilotare” una certa delibera riceve come minimo il voto contrario delle minoranze consiliari. Ma tant’è che ne è nato un processo e ora il giudice per le udienze preliminari Palmieri del tribunale di Benevento (diventato ora competente territorialmente grazie alla legge Severino) ha emesso una sentenza di “non luogo a procedere” perché “il fatto non costituisce reato”.

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