
Martina Carbonaro, la 14enne uccisa ad Afragola dall’ex fidanzato, il 18enne Alessio Tucci, sarebbe morta dopo lunghi minuti di agonia per i colpi inferti alla testa con una pietra. È quanto emerge dall’ordinanza con cui il gip del Tribunale di Napoli Nord, Stefania Amodeo, magistrato di Avellino,che ha applicato la custodia in carcere per il giovane, reo confesso dopo il ritrovamento del cadavere nella ex casa del custode del campo Moccia di Afragola; la motivazione del provvedimento è “un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie”, che non rende applicabile, a parere del giudice, una diversa misura cautelare.
Nel tratteggiare il profilo del giovane – si sottolinea nel provvedimento – emerge “una allarmante personalità”, “incapace di controllare i propri impulsi”. La procuratrice di Napoli Nord, Anna Maria Lucchetta, aveva spiegato ieri 31 maggio che Tucci avrebbe agito con “crudeltà”. Inoltre “efferatezza”, “tranquillità” e “disinvoltura” sono alcuni dei termini utilizzati nell’ordinanza. Il giudice per le indagini preliminari ha dunque motivato il provvedimento di custodia cautelare in carcere con “un pericolo concreto di reiterazione di reati della stessa specie”. Tucci ha anche partecipato alle ricerche della ragazza subito dopo la sua scomparsa, ma ha anche mentito – dice il giudice – ai genitori, e si è tolto di dosso i vestiti sporchi di sangue.
Non accettava la fine della relazione con la ragazza: “Martina ha rifiutato un abbraccio. Era di spalle e l’ho colpita”, ha detto al gip. Per farlo, ha usato una pietra trovata sul posto. In seguito ha nascosto il corpo in un armadio, dove è stato ritrovato. Ora il 19enne è accusato di omicidio pluriaggravato e occultamento di cadavere. Dopo il delitto il ragazzo è tornato a casa, si è cambiato i vestiti che aveva addosso – sporchi di sangue della vittima – ed è uscito nuovamente. Il 3 giugno è previsto il conferimento dell’incarico al perito della procura che eseguirà l’autopsia. A quel punto si potranno svolgere i funerali.