Omicidio Fosso Santa Lucia, tre famiglie nel dolore: quale sarà lo scenario dell’inchiesta?

Ha cessato di battere ieri mattina, alle 7.30, nel reparto di Rianimazione dell’ospedale «Moscati» di Avellino, il cuore forte di Gianmarco Gimmelli. Tredici giorni di agonia: il 32enne di Monteforte Irpino non si è mai risvegliato dal coma dopo la tragica mattinata del 15 novembre scorso.

A compromettere il quadro clinico del giovane, oltre alle diverse lesioni interne, un aneurisma che non gli ha lasciato scampo. Gimmelli, in quella mattinata di follia, ha ucciso il 25enne Claudio Zaccaria e tentato di uccidere la fidanzatina di quest’ultimo, Ylenia Fabrizio. Poi si è tagliato le vene ed infine si è lanciato dalla finestra della sua abitazione in Fosso Santa Lucia.

Ora resta da capire quale sarà lo scenario futuro e se l’inchiesta andrà avanti visto che sia la vittima che l’omicida non sono più in vita.

I funerali di Gianmarco Gimmelli dovrebbero celebrarsi oggi nel suo comune d’origine. Vicinanza è stata espressa nei confronti dei genitori, una famiglia assai stimata che aveva deciso di adottare quel ragazzo originario del Brasile quando era ancora un bambino.

La decisione di farla finita dopo l’omicidio di Claudio Zaccaria e il ferimento di Ylenia Fabrizio, attinta al collo da tre coltellate chiede comunque chiarezza.

Lo si deve a tre famiglie che stanno soffrendo in maniera incondizionata.

La Procura della Repubblica di Avellino sta portando avanti un certosino lavoro di indagine, senza tralasciare alcun aspetto anche se Gianmarco Gimmelli non potrà più raccontare la sua versione. L’unica testimone di quanto accaduto è Ylenia Fabrizio che ha chiesto di essere ascoltata dagli inquirenti.

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