Morì sul lavoro alla Bulloneria, cinque i condannati

Morì sul lavoro alla Bulloneria, cinque i condannati

Dopo oltre sette anni si è concluso con cinque condanne a otto mesi di reclusione per omicidio colposo il processo per la morte di Carmine Cipriano, operaio della ‘Bulloneria Meridionale’ di Lacedonia, che il 29 gennaio del 2003 morì in fabbrica in seguito ad un grave incidente sul lavoro. L’operaio stava sostituendo un collega su un macchinario che non conosceva.
A ferirlo mortalmente fu il tridente artigianale, realizzato all’interno dello stesso stabilimento per sostituire il volano utilizzato per mettere in fase la macchina. L’accensione improvvisa del macchinario fece saltare il volano rudimentale che si andò ad impigliare nel pantalone dell’operaio, sbalzandolo a terra. I frammenti furono estratti solo durante l’esame autoptico, eseguito dalla dottoressa Teresa Suero, secondo cui la morte dell’uomo fu provocata da uno shock emorragico da lacerazione degli organi interni.
Il giudice ha condannato per negligenza ed inosservanza di norme sulla prevenzione degli infortuni: Antonio Langè, amministratore unico della Bulloneria Meridionale; Giovanni Festa, responsabile della sicurezza aziendale; Luigi Failla, direttore di produzione; Nino Amalfitano, direttore di stabilimento e Saverio Copertino, caporeparto della rullatura cui era addetto Cipriano.

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