
Undici persone e 14 società sono indagate per riciclaggio e altri reati tributari legati alla commercializzazione di crediti fiscali inesistenti. L’inchiesta della procura bresciana prende infatti spunto dalla vicenda del club lombardo, al quale l’acquisto di crediti fiscali inesistenti per coprire i contributi di febbraio e aprile da versare ai propri dipendenti è costato la retrocessione in Serie C. Al centro c’era una società – Alfieri Group – con amministratore unico Gianluca Alfieri, un giovane di 25 anni di Serino.
L’indagine affidata alla Guardia di Finanza, che in mattinata ha perquisito gli indagati, avrebbe permesso di disvelare l’esistenza di un articolato schema fraudolento che avrebbe consentito a diversi imprenditori di beneficiare indebitamente di crediti Iva inesistenti. Le perquisizioni sono state effettuate – oltre che a Brescia – a Milano, Arezzo, Massa Carrara, Roma, Napoli, Benevento, Avellino, Caserta, Potenza e Taranto.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, gli indagati – avvalendosi di società fiscalmente inadempienti, prive di sedi operative e rappresentate da soggetti gravati da numerosi precedenti di polizia in materia di reati fiscali – avrebbero generato crediti fiscali fittizi per un importo quantificato, allo stato, in oltre 4 milioni di euro. Tali crediti sarebbero stati successivamente ceduti, tramite una ulteriore società “veicolo” a diverse persone giuridiche, tra le quali il Brescia Calcio, al fine di consentire un abbattimento del carico fiscale e contributivo, secondo la ricostruzione della Guardia di Finanza.
All’esito dei riscontri investigativi, la società Alfieri con sede dichiarata a Milano in via Montenapoleone, sarebbe risultata priva delle necessarie autorizzazioni per l’esercizio della specifica attività finanziaria nonché sprovvista di un’effettiva e idonea struttura imprenditoriale. In tale contesto, sarebbe emerso il coinvolgimento di uno studio di professionisti operanti prevalentemente nel territorio bresciano.