Faida di Quindici, ci fu l’intervento del boss Mario Fabbrocino

Nella Faida di Quindici ci fu la “mano” del noto boss della camorra Mario Fabbrocino. Nei suoi confronti oggi la Dia di Napoli ha notificato quattro ordinanze di custodia cautelare. Fabbrocino, 68 anni è accusato, insieme con Biagio Cava, tra l’altro di un triplice omicidio a Scisciano il 21 novembre 1991 che rientra nella cosiddetta faida di Quindici che contrappone i Cava ai Graziano: in quella circostanza furono uccisi Vincenzo Graziano, Eugenio Graziano e Gaetano Santaniello.
Un’altra ordinanza riguarda il reato di associazione camorristica mentre altri due provvedimenti sono relativi a un estorsione ai danni di Michele Allocca, imprenditore di San Gennaro Vesuviano, e all’omicidio di Gennaro Del Giudice, legato a Cutolo, avvenuto a San Giuseppe Vesuviano il 3 giugno 1990.
Le ordinanze furono emesse negli anni scorsi ma per la loro esecuzione si è dovuta attendere l’esito della procedura da parte delle autorità argentine alle quali fu avanzata la richiesta di estradizione in quanto Fabbrocino si era rifugiato nel paese sudamericano. Dopo la cattura in Argentina nel 1997, il boss fu estradato in Italia nel 2001.
Dopo aver scontato una sentenza definitiva per droga, in attesa del processo d’appello era stato scarcerato e si era reso irreperibile. Fu catturato dagli agenti della Dia il 14 agosto 2005 nell’abitazione dell’imprenditore Francesco Boccia a San Giuseppe Vesuviano. Fabbrocino è stato un acerrimo rivale di Cutolo (entrambi sono nati a Ottaviano, comune del Vesuviano). Negli anni scorsi l’Argentina aveva concesso l’estradizione solo per l’omicidio di Roberto Cutolo, ucciso in provincia di Varese il 19 dicembre 1990.

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